«Abbiamo chiamato la polizia. Si parla di tante categorie professionali, tutte in difficoltà perché continuano a lavorare. Ma di noi non parla mai nessuno, eppure svolgiamo un servizio essenziale». Alcuni operatori ecologici che si occupano della raccolta dei rifiuti a Catania stamattina hanno minacciato di incrociare le braccia. Il punto è uno: l’emergenza coronavirus li preoccupa. E, come i tanti cittadini che prenotano in farmacia le mascherine, anche loro sono in ansia. «Io ho diversi problemi di salute – racconta a MeridioNews uno di loro, che preferisce rimanere anonimo – Stamattina mi sono presentato in servizio e ho chiesto la mascherina. Ma non ce n’erano. Possiamo andare a lavorare senza? Così abbiamo chiamato le forze dell’ordine». Intervenute stamattina nel posto firma di via Zia Lisa, dove prendono servizio i lavoratori di Energetikambiente.
E la situazione non è migliorata. Operai senza dispositivi individuali di protezione e agenti altrettanto. «I poliziotti ci hanno detto: “Siamo in pericolo anche noi“. Allora il pericolo c’è». Il 14 marzo è stato adottato dal governo assieme alle associazioni datoriali il «Protocollo condiviso di regolazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus Covid-19 negli ambienti di lavoro». Si tratta di un lungo documento all’interno del quale vengono stabilite le regole da seguire per chi continua a recarsi ogni giorno in cantiere, in fabbrica o in ufficio.
Uno dei punti affrontati è proprio quello che riguarda i dispositivi individuali di protezione. Le mascherine dovranno essere utilizzate, si legge, secondo quanto previsto dall’Organizzazione mondiale della sanità. E cioè se si sia positivi al virus o se si sia stati in contatto con persone positive. A meno che i luoghi di lavoro non rendano impossibile mantenere la distanza di almeno un metro tra le persone. Fatto che le renderebbe indispensabili al fine del proseguimento dell’attività. «A un certo punto, dopo qualche ora, uno dei sorveglianti è arrivato e ci ha dato una mascherina con un solo filo, fatta di materiale tipo carta igienica, che basta un poco di vento per farla volare. E noi raccogliamo la spazzatura, compresi i sacchetti con i fazzolettini usati», prosegue il lavoratore. «Se continua così, da domani ci fermiamo».
A gettare acqua sul fuoco sono però i titolari delle aziende e i referenti sindacali. «In tutti i cantieri ci sono problemi simili – dice Alfio Leonardi, segretario provinciale Fp Cgil – Chiariamolo: tutti i lavoratori devono mantenere la distanza di sicurezza e abbiamo ottenuto la sospensione dei servizi accessori, come il ritiro degli ingombranti e le isole ecologiche. Mascherine e guanti, ce ne rendiamo conto, sono indispensabili. Ma le mascherine servono con il filtro, non quelle chirurgiche. E queste non si trovano. La protesta è normale, ma è chiaro che siamo in un momento di emergenza che nessuno poteva aspettarsi».
«Noi stiamo facendo il possibile, abbiamo anche stipulato un’assicurazione a tutela dei lavoratori», assicura a questa testata Rossella Pezzino De Geronimo, titolare della Dusty, l’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti a Catania. «Le mascherine non ci sono e, da protocollo d’intesa nazionale, non sono necessarie se si rispettano le distanze di sicurezza e le prescrizioni igieniche – prosegue Pezzino – Abbiamo fatto un ordine di servizio straordinario: abbiamo messo sul piatto più mezzi, perché i lavori saranno eseguiti da un solo operatore per volta, in modo da ridurre al minimo i contatti. Facciamo igienizzare i nostri veicoli e spazi aziendali tra un turno e l’altro. Sono vicina ai lavoratori e questo deve essere chiaro. Ma siamo soli – sottolinea – Chi non sta facendo il proprio dovere è lo Stato che ci ha fatto arrivare mascherine di carta igienica che noi neanche abbiamo ritirato. Abbiamo fatto degli ordini per mascherine Ffp2 ed Ffp3, cioè quelle con i filtri, ma non stanno ancora arrivando».
«Non so che tipo di mascherine abbiamo fornito ai nostri operatori – interviene Davide Bianchi, amministratore delegato della subappaltatrice Energetikambiente – Abbiamo avuto qualche difficoltà a reperirle tramite i nostri fornitori questa mattina, perché eravamo di rientro dalla domenica e i lavoratori prendono servizio all’alba, prima dell’apertura dei grossisti». Da quanto gli risulta, l’emergenza è rientrata qualche ora dopo. «Sono giornate complicate – ammette Bianchi – Dobbiamo gestire un servizio che non si può interrompere: abbiamo scaglionato gli ingressi, fatto in modo che le squadre siano fisse per limitare i contatti tra persone diverse, abbiamo scritto nove ordini di servizio diversi in una settimana. Stiamo monitorando le evoluzioni ora per ora, e stiamo attivando anche noi un’assicurazione sanitaria».
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