Mentre, alle due di notte, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte iniziava la sua conferenza stampa, centinaia di fuorisede erano già sui treni e sugli autobus per lasciare Milano e dirigersi a Sud. Un esodo scattato subito dopo che i principali giornali hanno pubblicato le anticipazioni del decreto del governo che impone la quasi totale chiusura di tutta la Lombardia e di altre 14 province tra Piemonte, Emilia Romagna, Veneto e Marche. Ma il premier annuncia misure restrittive anche per il resto d’Italia, Sicilia compresa.
«Sono sospesi congressi, riunioni, meeting, eventi sociali in cui è coinvolto il personale sanitario – spiega – Sospese manifestazioni, eventi, spettacoli di qualsiasi natura, inclusi quelli cinematografici e teatrali, svolti in ogni luogo pubblico e privato. Sospese attività di pub, discoteche, sale gioco, sale scommmese, scuole di ballo, Bingo e locali assimilati. Sospesa l’apertura di musei e altri istituti di cultura. Ai bar consentita l’apertura con obbligo del gestore di far rispettare la distanza interpersonale di un metro, con sanzione della sospensione dell’attività in caso non venissero rispettati gli obblighi. Sospesi eventi e competizioni sportive di ogni disciplina in luoghi pubblici e privati, tranne dentro impianti sportivi a porte chiuse o all’aperto senza presenza di pubblico». Sospesi pure i funerali. Così si legge nel decreto al punto V dell’articolo 2, quello rivolto a tutto il territorio nazionale: «L’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro. Sono sospese le cerimonie civili e religiose, ivi compresi i funerali». In aggiunta, in Sicilia, con ordinanza della presidenza della Regione «è disposta la chiusura di piscine, palestre e centri di benessere».
Questi dunque i divieti a cui anche tutti i siciliani devono sottostare e che le forze di sicurezza sono chiamate a far rispettare. Su questo aspetto Conte esorta tutti gli italiani «a non contrastare queste misure, dobbiamo aderire – sottolinea – e non fare i furbi. Dobbiamo cautelare la salute dei nostri cari, soprattutto dei nostri nonni. Ragazzi – esorta – leggete un buon libro, non fate festicciole». Confermata la sospensione delle attività didattiche di scuole e università, al momento fino al 15 marzo. «Ci stiamo muovendo con fermezza e coraggio – precisa il presidente del Consiglio – Abbiamo due obiettivi: contenere la diffusione del contagio, non ce lo possiamo permettere, ed evitare il sovraccarico delle strutture ospedaliere». Entro lunedì-martedì il governo nazionale conta di avere una bozza delle misure economiche a sostegno delle attività danneggiate.
Prima che Conte prendesse la parola, giravano già le immagini della stazione di Milano presa d’assalto. Non solo treni, anche gli autobus, a cominciare dalla linea low cost Flixbus in queste ore è usata da chi vuole tornare a Sud. Ma c’è pure chi rimane. «Io mi sento al sicuro a Milano, soprattutto adesso – scrive Carla che, insieme al marito, entrambi catanesi, hanno deciso di non fuggire – Io so che Milano farà di tutto per resistere e mettere in campo tutte le sue migliori energie. Io se dovessi scegliere un posto dove stare in questo momento è proprio Milano. Abbiamo un po’ paura, certo. Saranno settimane ancora difficili ma il mio pensiero non è Milano. Il mio pensiero è per la mia famiglia che è giù e che dopo stanotte sarà più a rischio. Mi vergogno per quelli che sono rientrati e mi chiedo se abbiano pensato solo per un momento alla salute dei loro cari e alla sanità che dovrà curarli».
Parole simili a quelle di Daniela, altra fuori sede, originaria di Barcellona Pozzo di Gotto. «La tentazione di tornare a casa una volta chiuse scuole e attivato smart working è stata alta – scrive – ma poi ho pensato ai miei genitori, ai miei parenti e a tutti voi che vivete giù nella mia bella isola e ho ritenuto poco prudente prendere una decisione del genere per egoismo personale. Gli ospedali qui reggono per miracolo, la paura si tocca con mano, ho i brividi a pensare cosa succederebbe giù anche con numeri molto minori... Mi sento quindi di fare un appello a tutti voi: avete un vantaggio: il tempo! Il contagio non è diffuso come qui, i numeri non sono così alti, voi potete tenerli a bada: non baciatevi, state a distanza, non andatevene a festeggiare tutti insieme allegramente! Non c’è niente su cui scherzare! Proteggiamoci, proteggiamo i nostri cari… anziani non ce ne avanzano… teniamoceli stretti!».
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