Venti casi a Messina, quasi settanta a Villafrati, ancora non si conosce il numero ma si sa che sono parecchi a Catania. Quando mancano poco meno di due settimane al picco dei contagi da coronavirus previsto dalla Regione Siciliana, l’attenzione dei medici è rivolta alle strutture che ospitano gli anziani. Residenze sanitarie, case di riposo, centri riabilitativi, i profili sono diversi ma hanno in comune un elemento: ci vivono i soggetti più suscettibili all’infezione di Covid-19.
«Non dobbiamo stupirci se nei prossimi giorni il numero di decessi dovesse crescere più rapidamente di quanto non sia avvenuto finora – commenta un medico a MeridioNews -. Purtroppo il virus ormai è entrato nelle abitazioni e i contagi avvengono all’interno delle mura. E da questo punto di vista le strutture che si occupano di assistere gli anziani sono quelle più esposte». Al di là dei casi già noti, la riflessione poggia sull’osservazione diretta. «Nel Catanese i sanitari sono intervenuti per un caso sospetto e poi confermato, ma il timore concreto è che i casi positivi possano presto aumentare», aggiunge l’esperto.
Tra le cause che potrebbero aver favorito la diffusione delle epidemie ci sono anche «prassi non ancora in linea con le indicazioni che sono state impartite dalle autorità sanitarie, sembra strano dirlo ma è così». A fare riferimento a comportamenti non ortodossi è stato ieri anche l’assessorato regionale alla Salute, nel decreto con cui ha commissariato l’Oasi di Troina, dopo avere accolto le osservazioni dell’Asp di Enna in merito alla «intromissione di soggetti non in possesso di competenze scientifiche adeguate».
A Villafrati, in provincia di Palermo, la notizia dell’esplosione dell’epidemia dentro a una residenza per gli anziani ha portato alla decisione di dichiarare zona rossa l’intero territorio comunale. È di oggi, invece, l’appello degli operatori di una casa di cura privata a Messina. Sono circa una ventina per ora i casi di positività al Covid-19 tra gli ospiti e il timore che a essere contagiato possa essere anche il personale ha portato le autorità a sigillare la struttura. In attesa di trasferire i pazienti negli ospedali della provincia. «Io non vi sto imponendo nulla, voi avete il diritto di andarvene e scegliere un luogo sicuro dove trascorrere la quarantena – ha gridato dalla strada il sindaco Cateno De Luca -. Tanti di voi sono positivi. Ma ci vuole qualcuno che per tre giorni accudisca queste persone. Noi dobbiamo sapere come organizzarci».
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