Coronavirus, in Sicilia verso una stretta sui trasporti Di sera niente autobus e metro, ridotti gli extraurbani

Meno collegamenti tra i principali centri siciliani; nelle città – a cominciare da Catania, Palermo e Messina – trasporto urbano come la domenica e nessun autobus dopo le 20; nel capoluogo etneo metropolitana sostituita da bus shuttle durante il giorno ma solo fino alle 19. In Sicilia arriva la stretta anticoronavirus sui trasporti. Lo ha deciso il governo regionale che oggi pomeriggio ha riunito la giunta in videoconferenza per stabilire le nuove misure. 

Ieri l’ultimo decreto varato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte, in merito ai trasporti locali lasciava alle Regioni la facoltà di «riduzione e soppressione dei servizi in relazione agli interventi sanitari necessari per contenere l’emergenza coronavirus sulla base delle effettive esigenze e al solo fine di assicurare i servizi minimi essenziali». E la giunta regionale non ha perso tempo. 

Su proposta dell’assessore alle Infrastrutture Marco Falcone tutti i trasporti dell’isola verranno fortemente ridimensionati. «Lo facciamo per limitare e disincentivare la circolazione – spiega Falcone – ma allo stesso tempo garantiamo la mobilità a chi deve comunque recarsi a lavoro». 

Ecco dunque che per quanto riguarda il trasporto urbano le corse verranno quasi dimezzate. L’intervallo di tempo sarà quello dei festivi, garantendo una maggiore frequenza nelle fasce tra le 6 e le 8.30, tra le 13 e le 15, e tra le 18 e le 21 (e non le 20 come inizialmente scritto). Dopo le nove di sera tutti i mezzi verranno fermati . La stessa cosa vale per il tram a Palermo. Mentre per la metropolitana di Catania verrà sospeso il servizio da domani venerdì 13 marzo fino a mercoledì 25 marzo. In sostituzione alla metro, dalle 7 alle 19 ci sarà un servizio sostitutivo di bus shuttle in corrispondenza delle stazioni con frequenza di venti minuti. Tutto fermo dopo le 19, così come la domenica. 

Forte riduzione anche al trasporto extraurbano su gomma. In questo caso dovrebbero essere garantiti i collegamenti tra le principali città dell’isola solo in due fasce orarie: di mattina, tra le 6 e le 9, e nel primo pomeriggio tra le 13.30 e le 16.30. In ogni fascia oraria rimarrà una coppia di autobus: uno, ad esempio, da Catania a Palermo, e uno da Palermo a Catania. La richiesta unitaria dei sindacati e delle associazioni di categoria era stata ancora più restrittiva: avevano infatti chiesto al governo Musumeci di sospendere totalmente i collegamenti. «Troppo rischioso un servizio che si svolge a porte chiuse, dove la distanza tra i passeggeri spesso non esiste», lamentano Astra e Anavv, che rappresentano le aziende. Mentre i sindacati denunciano come in molti casi gli autisti siano stati lasciati dalle ditte senza mascherine e guanti. E che nei giorni scorsi non sia stata accettata, in alcuni casi, neanche la richiesta di lasciare libere le file immediatamente dietro il posto guida.

La stretta sui trasporti coinvolge, infine, anche i treni. Delle 440 corse giornaliere che Trenitalia effettua in Sicilia ne verranno cancellate 83. Già da oggi il 50 per cento dei collegamenti tra la stazione di Palermo centrale e l’aeroporto di Punta Raisi è stato soppresso. Cancellate anche numero corse tra Palermo centrale e Notarbartolo e tra Notarbartolo e Giachery. Stessa sorte per i collegamenti tra Catania e Caltagirone.

Le restrizioni potrebbero entrare in vigore a partire da domani, 13 marzo, ma su questo si attende l’ufficialità da parte della Regione siciliana.

In serata, poi, alcune indiscrezioni riportate da Repubblica su un prossimo provvedimento del governo nazionale parlano di un piano per tenere aperto un solo aeroporto per Regione. E per la Sicilia si tratterebbe di quello di Catania. Ma dalla Regione siciliana non arrivano conferme in tal senso.

Salvo Catalano

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