Coronavirus, disposizioni della curia di Acireale «Segno della pace sospeso durante la Messa»

Niente più scambi del segno della pace durante la celebrazione eucaristica, acquasantiere delle chiese da svuotare e disinfettare, maggiore attenzione all’igiene dei luoghi di culto. Sono le disposizioni emanate dal vicario generale della diocesi di Acireale don Giovanni Mammino in seguito ai «fatti inquietanti» che riguardano l’epidemia di coronavirus, a scopo precauzionale.

«Carissimi confratelli, essendo un segno facoltativo, in questo periodo si omette il segno della pace. Tuttavia – si legge nella nota – si spieghi il significato del gesto e la necessità dell’impegno a essere concretamente e quotidianamente operatori di pace. Si svuotino e si provveda a disinfettare le acquasantiere delle chiese. Si ponga massima attenzione all’igiene dei vasi sacri e dei luoghi di culto e pastorale». Eccole, dunque, le prime norme di comportamento per i fedeli con la «riserva – scrive ancora don Mammino – di inviare ulteriori comunicazioni, nel caso di eventuali disposizioni da parte della pubblica autorità».

Nessuna disposizione precisa, invece, è ancora arrivata dalla diocesi di Catania che, però, «vuole farsi trovare pronta ad affrontare il coronavirus». Per questo è stato fissato, per la mattinata del prossimo venerdì 28 febbraio, in seminario un momento per fare il punto sul tema. Il vicario generale Salvatore Genchi ha organizzato un incontro formativo a cui ha invitato a partecipare, oltre a tutti i sacerdoti, anche due infettivologi segnalati dall’ufficio diocesano per la pastorale della salute: Giuseppe Liberti e Carmelo Iacobello

Nel pomeriggio poi, lo stesso incontro, sarà aperto anche al pubblico di fedeli e non «per comprendere meglio ciò che stiamo vivendo e come affrontarlo». È da questo incontro che dovrebbero venire fuori le eventuali disposizioni da adottare nelle chiese catanesi. «Quel che è certo è che la comunione non si può sospendere ma capiremo come è più sicuro che venga. Per il resto, fino ad allora – fanno sapere a MeridioNewsogni sacerdote è libero di comportarsi come ritiene più opportuno. È chiaro che c’è una differenza sostanziale tra un piccola parrocchia di paese e un grande santuario che è anche meta di turisti». 

Nei giorni scorsi, un comunicato era arrivato dalla presidenza della Conferenza episcopale italiana senza però alcuna disposizione sui comportamenti . «Davanti al diffondersi del coronavirus, avvertiamo il dovere di una piena collaborazione con le autorità competenti per contenere il rischio epidemico: la disponibilità, al riguardo, intende essere massima, nella ricezione delle disposizioni emanate».

Marta Silvestre

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