Coppie omogenitoriali, la versione delle famiglie arcobaleno dopo l’apertura dell’Ars: «Bella iniziativa, e adesso?»

La politica si muove verso le coppie omogenitoriali, un piccolo passo nel riconoscimento dei loro figli, con la mozione dell’Assemblea regionale siciliana che chiede al governo nazionale una pronta legislazione sul tema. «Un tema troppo importante» per usare le parole di Gianfranco Miccichè, primo firmatario del documento insieme alla Dem Valentina Chinnici. «Può essere sempre utile che la politica si interroghi e capisca che c’è una realtà che va tutelata, difesa – dice a MeridioNews Giuseppe Cutì, portavoce delle famiglie arcobaleno – Personalmente mi fa piacere che persone di schieramenti politici diversi si rendano conto che i diritti non hanno un colore politico. Che un’assemblea regionale possa spingere il governo nazionale a legiferare su una cosa su cui si è espressa anche la corte Costituzionale».

Bene, ma non benissimo, tuttavia, anche perché tante sono ancora le criticità, tante le ferme opposizioni. «Sento che per alcuni il bene dei bambini è togliergli uno dei genitori, è un’eresia – continua Cutì – Privi un bambino di determinati affetti e togli responsabilità a uno dei due genitori. Se i genitori hanno avuto un figlio devono provvedere entrambi a quel bambino, non ce lo dimentichiamo. Qui si tratta di bambini che esistono e vanno tutelati».

L’intervento dell’Ars arriva anche sulla scia di una sentenza della corte d’Appello di Palermo che non solo impone al Comune del capoluogo di registrare i due figli di una coppia omogenitoriale, ma anche di provvedere al risarcimento delle spese legali. «Nel caso specifico stiamo parlando di coppie miste – spiega il portavoce – Uno è un cittadino italiano e l’altro no e parliamo di figli non nati attraverso gestazione per altri, ma sono stati adottati e la corte Costituzionale ha riconosciuto la trascrizione dell’atto anche per chi ha compiuto l’adozione in un Paese straniero. In questo caso è la cecità è di chi ha inserito la famosa dicitura padre e madre, soggetti che continuano a confondere le loro ideologie e le loro convinzioni con la legge».

E la strada verso i diritti resta ancora lunga e tortuosa. «Diritti che noi famiglie arcobaleno vediamo non essere riconosciuti – conclude – Una famiglia tradizionale non dà nessuna garanzia, non è che con un padre e una madre si viva felici a prescindere. Mi fa piacere che adesso i nostri politici che sono al parlamento, dovranno discutere di questo argomento, se saranno guidati da quello che ha guidato gli stessi soggetti che si sono mossi in Sicilia. Lo faranno?».

Gabriele Ruggieri

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