Una delle più famose catene di pizzerie americane, non facciamo il nome (ma ne potete trovare una a Sigonella) ha inventato la pizza per lasciarsi. Sulla confezione è disegnato un cuore di pizza spezzato e c’è lo spazio per un breve messaggio (tipo: manciti ‘sta pizza e uo’ cucchiti), Si chiama Hot Honey Pizza, gli ingredienti sono formaggio, salsiccia piccante e una mistura di miele al peperoncino: il nome della pizza, in italiano, significa proprio Miele Caldo e non ha nessun senso mandare una pizza d’addio col nome Miele Caldo. Capirei, che ne so, Veleno di Soggira (ingredienti pipisberzi, aceto, una sarda da leccare da entrambe le parti), Botta di sangu (sangeli e matruzza), U ficato t’ha manciari (fegati e fegatelli vari).
Ma a Catania perché fermarsi alla pizza? Ecco allora ad esempio una pietanza che molto spesso i fidanzati non mangiano, causa alito: si può così mandare un bel mazzo di cipuddate (cipolla fresca e pancetta) per fare intendere: «Da ora in poi ti puoi pure arichiare». Ma si può anche giocare d’anticipo, essere furbi, ed evitare di infilarsi in una relazione che si sa già che non funzionerà. Così basterà prendere un arancino, infilargli sotto due stuzzicadenti e all’altra estremità, che ne so, due gianduiotti, due olive di Sant’Agata, due cubetti di formaggio, come a dire: «Ma cchi bboi di mia? Arancino cche peri!». D’estate si può mandare bello mulune con la prova già provato (col purtuso va), che significa: «u pruvai e tu po’ teniri». La cassata, ovviamente, significa: «E n’autra bella cassata a fici ccu ttia». Le stigghiole, la trippa, e tutte le interiore del tratto intestinale, prese belle caure caure ndo camio’ o nella quarara per strada, significano ovviamente: «I vemmi t’hana veniri!». Bello iris, o bella cipollina di chidda ca appena a muzzichi ti scoppia nda facci, per dire, alicantemente (spottivo-elecante va): «ti po’ stuiari u mussu».
Ma il re del cibo per lasciarsi resta lui, il magnifico sfincione, o, nella sua forma più estrema, lo spincione. Non sarebbe, come si dice oggi, woke che fosse il lui a mandarlo a lei. Però lei lo può mandare a lui. Ha molti significati. Ma sostanzialmente li possiamo ridurre a due: «Mi’nn’aia attruvato n’autru. Menza parola. E ti salutai», oppure, sempre mandato da lei a lui: «Ma si ti piaciono gli spincioni, picchi t’azzitari cu ‘na fimmina? A cchi semu ndo medioevo?».
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