Continua la protesta dei padri incatenati Caruso: «I politici ci stanno ammazzando»

È giunta al terzo giorno la protesta dei tre uomini che da mercoledì si sono incatenati davanti la sede della Serit di corso Sicilia. Hanno creato un giaciglio di fortuna con delle coperte e, riparandosi dentro una tenda da campeggio portata dal fratello di uno di loro, hanno passato anche questa seconda notte all’aperto, dandosi il cambio con una ventina di persone che li sostiene. Quelli che si sono presentati sin da subito come «padri di famiglia che si sono rotti i c…», stanno proseguendo nell’opera di sensibilizzazione dei numerosi passanti che si fermano incuriositi lungo l’affollata strada del centro. Tra questi c’è anche Carmelo Di Stefano, 58 anni, 37 dei quali trascorsi a versare contributi, «licenziato dalla Mondadori a tre anni dalla pensione». «Li ho visti passando, non sapevo della loro protesta – spiega – Mi sono fermato perché da solo non posso fare niente e voglio combattere assieme a loro».

La protesta, assicurano, andrà avanti «fino a quando i politici non si dimetteranno», afferma Salvatore Caruso, commerciante di Scordia incatenatosi assieme ai colleghi catanesi Delfo Malpasso e Paolo D’Amato. «La colpa è della politica – prosegue Caruso – Il loro obiettivo è impedire di far capire al cittadino che lo stanno ammazzando». Ma respingono ogni ipotesi di trasformare la loro manifestazione in violenza come accaduto in altre città in questi giorni: «Vinceremo la guerra con questa spada», dice Paolo D’Amato indicando il vangelo che tiene tra le mani. I loro obiettivi, affermano, convincono molte persone raggiunte tramite i social network. Si tratta soprattutto di studenti e lavoratori, che nel tardo pomeriggio o la sera – dopo aver concluso la giornata di studio o di lavoro – si avvicinano ai tre manifestanti, sia in strada che online, come racconta Salvatore Caruso.

A metà mattinata intanto un piccolo corteo di simpatizzanti parte da piazza Università per raggiungere i tre manifestanti in corso Sicilia. Lo spazio davanti alla Serit, l’agenzia di riscossione diventata uno dei simboli della crisi economica, diventerà un punto ufficiale della protesta catanese nel pomeriggio, alle 16.30.

Redazione

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