Consiglio comunale, polemica sull’email non ufficiale Notarbartolo: «Fasulla, denunciamo a polizia postale»

È arrivata nella casella mail di molte redazioni lo scorso 2 giugno, durante la festa della Repubblica, ma secondo il consigliere comunale Niccolò Notarbartolo la comunicazione con la quale i capigruppo di maggioranza hanno espresso la propria posizione sull’approvazione del piano di Riequilibrio, sarebbe stata inviata da un indirizzo «falso». Per questo motivo, ieri pomeriggio, in Consiglio comunale, l’esponente del Pd ha annunciato di volersi rivolgere alla presidenza del Consiglio per coinvolgere la polizia postale per capire «da quale computer è stata inviata la comunicazione, visto che quello non è l’indirizzo ufficiale del gruppo». La nota, nonostante sia firmata da tutti i gruppi che sostengono la giunta, è stata infatti inviata da conbiancopercatania@gmail.com.  L’indirizzo ufficiale della formazione, guidata in Consiglio da Alessandro Porto – come compare sul sito del Comune di Catania è invece gruppo.conbiancopercatania@comune.catania.it. 

«Il contenuto del testo – ha continuato Notarbartolo in aula – contiene affermazioni fortemente lesive nei miei confronti e, per questo, ritengo opportuno agire a tutela della mia immagine, sperando di avere il sostegno della presidenza del Consiglio». «La cosa che mi stupisce – conclude – è che ci siano le firme di molti miei colleghi consiglieri». Tra questi, all’interno del testo, è possibile infatti leggere i nomi del capogruppo di Articolo 4 Giuseppe Musumeci, del Partito Democratico Giovanni D’Avola, di Primavera per Bianco Daniele Bottino. A far saltare sulla sedia il politico del Pd è in particolar modo un passaggio, in calce alla mail, dove si attaccano direttamente le sue scelte durante le operazioni di voto, quelle del collega Manlio Messina e, infine, quelle di Sebastiano Arcidiacono. «Spiace molto che da noi, invece – si legge nella nota – il gruppo dell’ostruzionismo a prescindere, composto da Sebastiano Arcidiacono, Manlio Messina e Niccolò Notarbartolo abbia inscenato proteste poco qualificanti e provocatorie, mettendo inutilmente in difficoltà anche la presidente del Consiglio Francesca Raciti e la figura di controllo del segretario generale».

Tra i firmatari della mail, Giovanni D’Avola, raggiunto da questa testata, ritiene di non volere rilasciare dichiarazioni dopo la minaccia di rivolgersi alla polizia postale. E sulla volontà di coinvolgere nella questione le forze dell’ordine, Alessandro Porto spiega che se Notarbartolo «ritiene che ci siano gli estremi è giusto che lo faccia», tuttavia rivendica la paternità del documento e attacca. «La mail è chiaro che l’abbiamo mandata noi – spiega a MeridioNews – Non è la prima volta che Notarbartolo quando viene chiamato in causa si comporta in questo modo, è una questione di carattere. Basta una delibera che non vada come vuole lui e lui ne fa un fatto personale. Non saluta i colleghi, e cose così». E aggiunge: «Forse non ha l’esperienza per capire che la politica è al di fuori dell’aspetto privato». 

Riguardo la scelta dell’indirizzo non ufficiale, il consigliere spiega inoltre: «Non eravamo al Comune quel giorno, ed è complicato entrare nella casella ufficiale dall’esterno, c’è tutta una prassi particolare». E sull’estensore materiale del comunicato chiarisce: «L’abbiamo mandata noinon abbiamo assolutamente un addetto stampa». «Prendo atto che questo è il concetto di legalità del collega Porto – replica Notarbartolo a MeridioNews – Gli comunico però che alcuni colleghi, presunti firmatari della lettera in cui vengono riportate falsità, mi hanno detto di non essere a conoscenza». «Forse pensa che questa impostazione, che comprende mandare mail non istituzionali e non firmate – conclude Notarbartolo – gli sarà funzionale per il ruolo a cui ambisce di deputato regionale, ognuno ha i suoi valori di riferimento». 

Mattia S. Gangi

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