«Data l’importanza del tema, questo Consiglio comunale si svolge in modalità mista: sia di presenza che in remoto». Esordisce così il neopresidente Sebastiano Anastasi durante la seduta convocata nell’aula consiliare di Palazzo degli elefanti per le trattazioni d’urgenza richieste dal commissario ad acta e riguardanti l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2021 e l’approvazione del bilancio di previsione 2022/2024. Tra il pubblico, i lavoratori della Pubbliservizi. La società partecipata al cento per cento del Comune di Catania che, con la liquidazione giudiziale, chiude.
Un fallimento che preoccupa, soprattutto per il futuro dei dipendenti. «È una tragedia enorme di fronte alla quale non possiamo restare inermi. È una questione che deve essere affrontata con una certa urgenza», dice Anastasi rivolgendosi al commissario straordinario Federico Portoghese. Una richiesta a cui si sono accodati anche diversi consiglieri comunali, tra cui Daniele Bottino (Catania 2023). «Serve garantire futuro lavorativo alle 400 famiglie dei lavoratori della Pubbliservizi». Sullo stesso tema è intervenuto anche Alessandro Campisi (Grande Catania). «Questo fallimento ha anche un impatto devastante per l’economia della nostra città, rischia di essere messa in ginocchio».
Interventi a cui si è aggiunto anche quello del consigliere Luca Sangiorgio (Fratelli d’Italia): «Questa situazione è la fotografia di quella riforma delle ex province che si è dimostrata fallimentare e ora ne piangiamo le conseguenze. Una scelta popolustica di una enorme portata nefasta». Sangiorgio viene interrotto perché, per problemi di natura tecnica legati alla videoconferenza (un collegamento a tempo che si era già interrotto e di cui arriva notizia con una chiamata al presidente da parte di Manfredi Zammataro, dopo un tam-tam nel gruppo WhatsApp dei consiglieri), la seduta del Consiglio deve essere sospesa per dieci minuti. Finiti i quali bisogna rifare l’appello dei presenti. Il numero c’è ancora. Si può andare avanti e, così, Sangiorgio conclude velocemente il proprio intervento per lasciare la parola agli altri colleghi. Impossibile da remoto, riuscire a sentire chi prende parola senza essere fisicamente presente in aula.
«Il Consiglio si è sempre mostrato dalla parte dei lavoratori – sostiene il vicepresidente del Consiglio comunale e candidato sindaco Lanfranco Zappalà – Dobbiamo rimboccarci le maniche per risolvere anche questa questione come ne abbiamo già risolte altre». A esprimere preoccupazione e solidarietà per la vicenda è stato poi il consigliere Salvo di Salvo che chiede al commissario che venga fatta «chiarezza sulle condizioni e le responsabilità che hanno portato a questo fallimento della Pubbliservizi». A prendere parola subito dopo è Graziano Bonaccorsi (M5s) che sul tema propone di fare un Consiglio straordinario per discutere di questa vicenda mettendo al corrente direttamente anche i cittadini. «Nessuno ha avuto il coraggio di raccontare quali potevano essere gli scenari per la società e i lavoratori – dichiara il consigliere – Si devono accertare responsabilità sia amministrative che politiche non solo per la Pubbliservizi ma anche per la Multiservizi, che non è in condizioni poi tanto diverse».
Conclusi gli interventi da parte dell’aula, la parola passa al commissario straordinario. «Come sempre accade, è vero che alla fine pagano i lavoratori. Ma voglio fare notare che Pubbliservizi era già da anni in amministrazione giudiziaria, quindi praticamente fallita. La legge è tecnica, è una questione procedurale e non politica – ha chiarito Portoghese – Ho dato sin da subito un atto di indirizzo su come e cosa fare e ho depositato al tribunale fallimentare e al Mise. In quello stesso documento, ho messo nero su bianco che il personale era cautelato dalle cause sociali». Insomma, qualsiasi cosa succeda, i lavoratori per legge devono essere garantiti. «Domani in mattinata – annuncia – incontrerò i curatori fallimentari e capiremo meglio la situazione. Il futuro dei lavoratori non sono a rischio: quando si andrà ad altro appalto, saranno assorbiti».
Sono già passate le 21 quando si passa al secondo punto all’ordine del giorno: l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2021. «È il quarto che l’aula è chiamata ad approvare in due anni – sottolinea la dirigente Clara Leonardi – Così riusciamo ad adempiere l’obbligo che avevamo preso quando è stata votata l’ipotesi di bilancio stabilmente riequilibrato». Quando è il momento di votare, si rifà l’appello: tra assenti, astenuti, favorevoli e gli immancabili problemi di audio per chi è in collegamento da remoto e di microfono per chi è in aula, il rendiconto è approvato. Ed è Leonardi a chiederne l’immediata esecutività. E di nuovo serve l’appello per votare: approvato anche questo.
I consiglieri vengono invitati dal presidente Anastasi a riprendere posto in aula e si procede con il terzo punto all’ordine del giorno: l’approvazione del bilancio di previsione 2022/2024. A illustrare l’atto è, ancora una volta, la dirigente Leonardi facendo un passaggio anche sull’aumento della Tari. Dopo qualche intervento e qualche chiarimento, manca il numero legale. E si rinvia.
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