Giuseppe Catalano, consigliere comunale di Sicilia Democratica, abbandonerà il movimento per confluire, di nuovo, in Articolo 4. Una scelta importante e che conferma la tendenza – già in atto a Catania e a livello regionale – di migrazione verso l’area vicina al Partito democratico. Ma dietro il passaggio di Catalano ci sarebbe una lotta intestina all’interno della maggioranza. Con il sindaco Enzo Bianco contrariato per le battaglie del gruppo Sicilia Democratica, che fa parte della maggioranza ma ha assunto posizioni critiche – in particolare tramite Sebastiano Arcidiacono, vicepresidente del consiglio – su temi caldi come il Teatro Stabile e le partecipate.
Con la fuoriuscita di Catalano, infatti, restano solo due i consiglieri di Sicilia Democratica. Mentre è tre il numero minimo affinché il gruppo rimanga in vita. Al momento, dunque, il movimento creato da Lino Leanza dopo la scissione da Articolo 4 sembrerebbe destinato a sciogliersi. A meno di salvataggi dell’ultim’ora con la migrazione di uno o più consiglieri al suo interno. «Una scelta sofferta ma presa in completa autonomia», commenta il diretto interessato.
A uscire rafforzata da questa decisione è la maggioranza politica che all’interno del consiglio si rifà direttamente al sindaco Bianco. A riprova del tentativo di indebolire la posizione di Sicilia democratica, si registra la richiesta, che sarebbe stata presentata ieri dai capigruppo dei partiti che sostengono l’attuale amministrazione, di dimissioni di Arcidiacono dalla carica di vicepresidente dell’assemblea. Il consigliere nelle ultime settimane ha più volte chiesto di fare chiarezza sui conti del Teatro Stabile. Così come si è spesso espresso criticamente sulla gestione delle società partecipate, sulla mancanza dei contratti di servizio in alcune di esse (come Multiservizi e Sostare), e sui bandi poco trasparenti.
Giuseppe Catalano, ex Mpa, era stato eletto consigliere nel luglio del 2013 dopo essersi presentato alle scorse elezioni all’interno della lista Con Bianco per Catania. Nello stesso anno il passaggio ad Articolo 4, poi nel 2014 il trasferimento in Sicilia Democratica. Oggi il ritorno ad Articolo 4. Durante la sua attività, si è fatto spesso promotore di iniziative che hanno riguardato i problemi di un quartiere periferico come San Giovanni Galermo. «Dentro il palazzo la situazione è cambiata – spiega Catalano – ho creduto nel progetto di Sicilia Democratica ma, con i problemi di salute di Lino Leanza, è venuta a mancare una leadership forte e la situazione a Catania è degenerata. Siamo stati eletti nella maggioranza, non si può essere né carne né pesce».
La migrazione di Catalano potrebbe non essere l’ultima. Nelle prossime settimane la geografia del consiglio comunale rischia ancora di cambiare. Dovrà infatti essere ultimata la fusione di Articolo 4 nel Pd. Matrimonio che è già andato in porto all’Ars, dove i deputati regionale Luca Sammartino, Valeria Sudano, Alice Anselmo, Ruggirello e Pippo Nicotra sono entrati nel gruppo democratico. A Palazzo degli Elefanti, dove sono ben sette i consiglieri di Articolo 4, la maggior parte con un passato nel centrodestra, l’iter è più lento. Ma dovrebbe ultimarsi dopo le elezioni amministrative che coinvolgono diversi Comuni del Catanese, dove però in molti casi Articolo 4 non sta sostenendo i candidati del Pd. Lo stesso Catalano ne è consapevole. «I piccoli movimenti andranno a scomparire a causa della nuova legge elettorale – ammette – quindi il confluire in un grande partito come il Pd va inserito in un’ottica di ampio raggio».
In estate quindi potrebbero registrarsi nuovi cambi di casacca. Ma non è detto che i sette di Articolo 4 finiscano tutti nel partito del premier. A cominciare dal capogruppo Nuccio Lombardo che potrebbe accasarsi nel gruppo Con Bianco per Catania. Con la benedizione del deputato catanese Luca Sammartino. A uscirne rafforzato, almeno per il momento, sarebbe ancora di più il sindaco Bianco.
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