Consiglio, Bianco e le priorità di fine mandato  Riecco debiti, dehors e Variante centro storico

Domani e venerdì 12 gennaio saranno giornate di sedute consiliari al Comune di Catania. Questa è la prima diretta conseguenza della conferenza dei capigruppo di stamane cui, per la prima volta dopo quasi cinque anni di mandato, ha partecipato anche il sindaco Enzo Bianco. L’invito a esserci era partito dalle opposizioni, e proprio lo scambio fra primo cittadino ed i leader dei gruppi di minoranza si è preso la scena. Non prima che Bianco fosse riuscito a fissare le priorità consiliari dell’amministrazione per gli ultimi mesi, prima delle prossime Amministrative. 

Nessun accenno, però, alle difficoltà che i lavori dell’aula hanno incontrato quasi costantemente negli ultimi anni, come sedute deserte e falcidianti assenze fra i consiglieri, motivate anche dallo sfilacciamento della maggioranza di centrosinistra. Lo avevano ammesso anche gli esponenti dei gruppi del centrosinistra quando il vicepresidente vicario dell’aula, Sebastiano Arcidiacono, aveva posto la questione chiedendo in una nota proprio al sindaco di essere «più presente» in ambito consiliare, per dare maggiore incisività all’indirizzo politico che l’amministrazione vuole esprimere. Da quella nota si era così arrivati, dopo anche un rinvio di qualche settimana fa, alla conferenza odierna. L’idea di serrare i ranghi in vista del finale di consiliatura pareva condivisa da tutti – e ciò lo hanno confermato tutti i capigruppo – ma l’amministrazione, questo il dato politico finale, dovrà contare prima di tutto su sé stessa. I toni concilianti di esponenti di maggioranza come D’Avola, Coppolino, Bottino e Catalano parrebbero, tuttavia, aver chiuso la questione sfilacciamento. Richiamata da Sebastiano Anastasi di Grande Catania: «Resta stucchevole – dichiara – vedere forze politiche ben rappresentate in giunta così come ai vertici delle partecipate che disertano il Consiglio oppure, se presenti, si astengono in ogni votazione».

La lista delle priorità che dovrebbero approdare in aula assomiglia più all’elenco dei dossier rinviati nel corso degli ultimi anni, che a quello dei buoni propositi di chiusura mandato. Si va dall’attualità finanziaria, con le modifiche al piano di riequilibrio ed il varo del bilancio 2017, passando per la Variante centro storicoalla chimera del regolamento sui dehors e agli statuti delle società partecipate. Sul primo punto la discussione dovrebbe partire proprio fra oggi e domani. La rimodulazione del piano di riequilibrio figura all’ordine del giorno assieme alla surroga della neo assessora Maria Ausilia Mastrandrea, nominata al posto di Valentina Scialfa e che verrà rimpiazzata in Consiglio da Rosario Laudani, primo dei non eletti, nel 2013, per la lista Patto per Catania. La proposta della giunta sarà di prolungare la durata dei tempi di rientro dal debito dell’ente da dieci a vent’anni, grazie alla possibilità offerta dalla legge di Bilancio varata dal governo Gentiloni prima dello scioglimento delle camere. 

Sulle altre proposte si sono concentrate le critiche dei capigruppo d’opposizione. Per Arcidiacono «la Variante centro storico da sola serve a poco – spiega a MeridioNews il vicepresidente – andrebbe invece approvato finalmente il nuovo Piano regolatore, puntando sulla messa in sicurezza della città». Bianco, dal suo canto, ha rivelato di aver dato mandato agli uffici dell’ex Provincia di lavorare sul Prg metropolitano, senza cui sarebbe poco sensato varare un prg cittadino. Dello stesso avviso anche Manlio Messina di Fratelli d’Italia, secondo cui «la mano tesa dell’amministrazione è inutile, ci chiedono di collaborare su delibere standard – attacca il capogruppo della destra – quando servirebbe fare le cose che servono alla città come appunto il Prg, mentre il regolamento dehors, va ricordato, è fermo perché dentro la maggioranza non c’è accordo»

Infine, secondo il capogruppo di Grande Catania Anastasi, si sarebbe solo fatto «tanto rumore per nulla, visto che la partecipazione del sindaco alle conferenze dei capigruppo dovrebbe appartenere alla normalità». La linea degli autonomisti in Consiglio sarà sempre quella di esserci, ma per dire no. «Resteremo in aula, come sempre fatto finora anche attirandoci critiche – preannuncia Anastasi a MeridioNews – ma per bocciare tutti gli atti, si tratterà infatti sempre delle solite delibere».

Francesco Vasta

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