«Meglio essere definito omofobo, razzista e troglodita, anziché peccatore, ipocrita e sodomita». È questo il parere di Nicola Cucinotta, militare della Guardia di finanza e consigliere comunale di Messina eletto fra le liste del Pd, che interviene nell’ambito del delicato dibattito sulle unioni civili. «Sì alla famiglia tradizionale – continua il consigliere, nel suo post su Facebook –, sì al diritto di ogni bambino di avere una madre e un padre soltanto, sì all’educazione come diritto naturale dei soli genitori».
Cucinotta ne fa una questione religiosa, invitando «il popolo civile e cristiano» affinché «alzi il capo, reagisca e non si lasci imbavagliare o trascinare dagli eventi». Il consigliere messinese ha inoltre espresso la sua contrarietà nei confronti della fantomatica teoria gender che, secondo i detrattori, sarebbe contenuta nella riforma La buona scuola promossa dal leader del suo partito.
Non la pensano così i vertici del partito siciliano che, tramite i social network, hanno ammonito il loro collega: «Non c’è posto nel PD siciliano per chi usa toni offensivi, omofobi e razzisti», afferma il segretario regionale del partito Fausto Raciti. Che ha inoltre annunciato di essersi già rivolto al presidente della commissione regionale di garanzia per «assumere le decisioni conseguenti, a cominciare dalla sospensione». Anche Francesco Nicodemo, consigliere di Matteo Renzi per la comunicazione, è intervenuto per dare sostegno a Raciti: «Benissimo – ha twittato dopo il commento del segretario regionale – il @pdsicilia si è già messo in moto».
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