“Crocetta vuole incontrarci? Bene, noi siamo aperti al dialogo. Anche se già ci eravamo incontrati e purtroppo constatiamo che nessuna delle nostre indicazione è stata recepita nella Finanziaria approvata dal Governo”. A parlare con LinkSicilia è Filippo Ribisi, Presidente regionale di Confartigianato e coordinatore del Tavolo per lo Sviluppo costituito da da Agci, Casartigiani, Claai, Cna, Confartigianato, Confcooperative, Confesecenti, Confindustria, Legacoop, Cia ed altre associazioni di categoria.
Proprio ieri, in un comunicato congiunto, le suddette associazioni hanno vergato un comunicato stampa al vetriolo in cui bocciano in toto la manovra economica che si appresta a discutere l’Ars. Da qui l’invito del Governo ad un nuovo incontro: “Non è certamente il testo che ci aspettavamo ha detto Ribisi nella nota di ieri- poiché contiene numerosi segnali in controtendenza rispetto ai gravissimi problemi del sistema produttivo dellIsola. Sono diversi i punti che ci preoccupano e per i quali chiediamo al Governo e al Parlamento di compiere scelte in grado di rispondere alle esigenze delle imprese che oggi sopravvivono a fatica.
Gli abbiamo chiesto qualche dettaglio in più. Cosa esattamente non piace alle imprese della manovra del Governo siciliano.
“Partiamo da un giudizio generale: non c’è niente che parli di sviluppo e di imprese. Anzi al contrario, ci sono alcune norme che penalizzano il mondo produttivo siciliano. Qualche esempio? Il divieto di esternalizzare i servizi presso le Pubbliche amministrazioni. Questa previsione taglia fuori in un colpo solo tutte quelle pmi siciliane che hanno svolto questi lavori. E perché? Perché saranno affidati a società regionali decotte che si è deciso di salvare.
E ancora: “Ai musei saranno destinati Lsu e altri precari. Continuiamo cioè a trattare i nostri Beni culturali come un luogo di posteggio, senza nessuna strategia produttiva. Lo stesso vale per il Turismo. Possibile che in una regione come la Sicilia ancora non si parli di una seria politica di rilancio in questo settore? Nella Finanziaria se ne parla solo in merito al futuro dei dipendenti della Sas. Questo è incredibile.
La sensazione- aggiunge Ribisi- è che si voglia tornare alla stagione della Regione imprenditrice. Stagione fallimentare che speravamo chiusa per sempre.
Insomma- dice a LinkSicilia- al momento è una Finanziaria salva precari che non ha destinato un euro allo sviluppo reale della nostra regione. E’ qesto è inamissibile visto lo stato in cui versa la nostra economia. Siamo stati zitti dinnanzi all’ennesimo aumento dell’addizionale Irpef che deriverà dal mutuo che ha deciso di contrarre la Regione per pagare i debiti che vantano alcune imprese, della sanità soprattutto. Soldi che nella maggior parte dei casi andranno ad aziende non siciliane. Giusto pagare i debiti. Ma vorremmo però le risorse che deriveranno dai maggiori sacrifici imposti ai siciliani fossero spese bene”.
Qual è la soluzione?
“La soluzione è una sola. Bisogna cominciare a spendere i fondi europei per investimenti produttivi non per il precariato. Bisogna avere il coraggio di alzare la testa dinnanzi al Governo Nazionale e pretendere un allentamento dei limiti imposti dal Patto di Stabilità. Roma ci impone di accantonare risorse per mantenere gli impegni con l’Ue? Non potremmo permettercelo, ma la Sicilia dovrebbe acconsentire solo a condizione che non si dia il colpo di grazia alla nostra economia e questo sarà possibile solo se si darà la possibilità di rimettere in moto la spesa”.
Gli facciamo notare che un assessore regionale all’Economia inviato da Roma, difficilmente alzerà la testa dinnanzi al Governo nazionale.
“Le posso dire quello che chiederemo noi, ovvero di fregarsene di quello che dice Roma e di sforare il Patto di Stabilità. Lo ha fatto Niki Vendola in Puglia e nessuno lo ha arrestato. Certo ha dovuto pagare una penale, ma non è niente rispetto agli investimenti che è riuscito a mettere in moto”.
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