Condividere la musica on-line a pagamento, può essere la soluzione?

Le grandi sorelle dell’industria musicale (Universal, Warner Music, Sony BMG e, recentemente anche, la Emi) si sono consorziate per cercare di arginare il problema della condivisione indiscriminata, on-line, di file musicali. La nuova strategia delle major è pertanto quella di dover necessariamente adeguarsi alle tendenze degli utenti di internet. 
Le “quattro sorelle” hanno concesso l’accesso e l’uso dei loro preziosi cataloghi musicali alla società newyorkese Wurld Media. Fondata nel settembre del 1999, Wurld Media Inc. è una azienda che circa tre anni fa, attraverso una tecnologia proprietaria, ha realizzato un prodotto che ha riscosso un notevole successo: BuyersPort, una sorta di mercato on-line dove oltre 500 società hanno venduto con successo i loro prodotti utilizzando, appunto, la piattaforma e-commerce.

L’incontro tra major discografiche e la Wurld Media ha dato origine ad un progetto chiamato Peer Impact. Il sistema è protetto a “tenuta stagna”, e ai singoli utenti non è concesso di immettere autonomamente nel circuito i file musicali che desiderano condividere con altri, così come avviene normalmente su altri servizi di file sharing; i file ammessi sono solo quelli provenienti dai server della società di Saratoga Springs (Wurld Media). Il sistema verrà utilizzato anche per la distribuzione di filmati e altri contenuti digitali autorizzati dai legittimi proprietari, destinatari di un compenso sotto forma di royalty per ogni transazione e condivisione avvenuta attraverso il network.

Su Peer Impact, per scaricare un file sul proprio computer, l’utente dovrà pagare 99 centesimi di dollaro, ma ogni volta che lo rivenderà ad un altro utente incasserà un credito spendibile per ulteriori acquisti: si dovrebbe creare in questo modo un circuito “virtuoso” (e protetto) che trasforma ogni utente registrato del servizio contemporaneamente in consumatore e venditore.

Ma questa soluzione riuscirà a debellare il fenomeno peer2peer gratuito e senza ristrezze? Molti sono critici nei confronti della scelta fatta dalle major. Infatti, è parere diffuso che gli utenti, dopo avere provato le immense opportunità di condivisione e di libero scambio, difficilmente potranno accontentarsi di uno strumento con potenzialità notevolmente limitate come Peer Impact. Gli utenti che scaricano abitualmente da internet ogni sorta di file, hanno la percezione di accedere e raggiungere risorse infinite, con contenuti introvabili nei normali canali di distribuzione, che sicuramente il nuovo sistema non potrà mai eguagliare.

Staremo a vedere se Peer Impact riuscirà ad “educare” gli utenti ad un “corretto” uso delle risorse presenti su internet, senza ledere alcun diritto altrui. Lo scopriremo solo vivendo…

www.peerimpact.com

Claudio Gentile

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