«La vera realtà dei fatti è che l’unico organizzatore di quel concerto neomelodico sono io». A parlare a Meridionews è Tony Urso, cantante neomelodico e organizzatore di eventi, nonché cugino di Concetto Garofalo, appartenente al clan Bottaro-Attanasio e nel frattempo tornato in carcere, comparso nella locandina come organizzatore della serata di sabato 3 settembre nel campetto sportivo della parrocchia Bosco Minniti di Siracusa, su cui indaga la polizia.
Eppure nella locandina il nome di Concetto Garofalo, insieme a quello del figlio Sebastiano, entrambi condannati per il reato di estorsione, era bene in evidenza e anche sui social network lo stesso Urso invitava alcuni amici a partecipare alla serata «organizzata da Tony Urso e Concetto Garofalo».
«Ho messo il nome di mio cugino Concetto nella locandina senza che lui sapesse niente, così tanto per farlo felice perché so che a lui piacciono le canzoni neomelodiche – spiega Urso – e, sinceramente, non credevo che potesse fare tutto questo scalpore né creare tutti questi problemi». L’evento è stato comunque pubblicizzato su Facebook da un’agenzia siracusana, la P.M. eventi, che si occupa di spettacoli simili e che, per lo scorso lunedì 5 settembre, ha anche organizzato la festa per il 50esimo compleanno del titolare, Pietro Mauro, durante la quale si è esibito anche lo stesso Urso, sempre al campo sportivo della parrocchia Bosco Minniti.
«Avevo fatto richiesta al Comune – racconta il cantante neomelodico – per fare lo spettacolo di giorno 3 al campo sportivo di via Lazio e, convinto che mi avrebbero dato l’autorizzazione come era accaduto tutte le altre volte, avevo anche già fatto fare le locandine. Invece, non so perché, non me l’hanno accettata e, quindi, tre giorni prima dell’evento, ho dovuto cambiare location e allora ho pensato che l’unico posto in alternativa poteva essere la parrocchia di Bosco Minniti. Da padre Carlo – afferma Urso – ci sono andato io di persona per chiedergli i locali e lui si è reso disponibile, anche perché ci conosciamo visto che io abito a due passi dalla parrocchia».
Tony Urso – che ha 38 anni, sei figli ed è già anche nonno di due nipoti – svolge questo lavoro da più di cinque anni. «Non ho mai avuto problemi – racconta – perché sono sempre andato al Comune e alla polizia a chiedere le autorizzazioni per fare tutto in regola, pagando anche la Siae». Così sarebbe avvenuto anche circa quattro mesi fa, quando Urso sostiene di aver organizzato una serata gratuita di musica neomelodica, in cui era lui stesso a esibirsi come cantante, proprio sotto casa del cugino Concetto Garofalo che era già ai domiciliari. «Allora mi chiedo – dice Urso – in quel caso che io avevo tutte le autorizzazioni in regola, non era boss mio cugino?». Dall’assessorato allo Spettacolo comunicano di non essere a conoscenza di quanto riferisce Urso, perché le autorizzazioni vengono date dagli uffici tecnici. E nessuna verifica è stata fatta in tal senso in questi giorni.
Il concerto del 3 settembre, arrivato alla ribalta nazionale, costava 15 euro e ha visto esibirsi non solo il rapper palermitano Daniele De Martino, autore di una canzone dedicata a un violento rapinatore, ma i cantanti neomelodici siracusani Graziano Calvo, Luciano Bottaro, lo stesso Tony Urso e Mirko Mormile, il 28enne siracusano cantautore neomelodico autore del singolo Cavadonna, una canzone che ha per titolo il nome del carcere siracusano e che, per oltre nove minuti racconta la storia di due gruppi criminali in lotta per il monopolio del pizzo da chiedere ai commercianti locali.
«Comunque – conclude Urso – se tornassi indietro, il nome di mio cugino su quella locandina, con il cuore nelle mani, dico che lo rimetterei anche se forse ci penserei di più visto tutto quello che sta succedendo».
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