Può esserci un po’ di rammarico dopo una sconfitta contro la Juventus, ovvero contro la squadra più forte del campionato? La risposta è affermativa analizzando la sconfitta di misura rimediata ieri dal Palermo contro i bianconeri. Non capita tutti i giorni di trovare una Juve così giù di corda. Perdere contro i primi della classe ci sta e può essere anche messo in preventivo ma la Juventus ammirata ieri al Barbera non ha affatto entusiasmato e il Palermo non ha saputo approfittare della giornata non particolarmente brillante dei campioni d’Italia. Le sensazioni percepite nelle scorse settimane hanno avuto un riscontro: la formazione di Allegri, che a prescindere da chi va in campo (ieri Dybala è stato tenuto a riposo in vista della Champions) ha le risorse per risolvere le gare in qualsiasi momento e in qualsiasi modo come dimostra il tiro di Dani Alves deviato da Goldaniga, è una compagine molto forte ma non imbattibile. Una big con tanta qualità e molto strutturata anche dal punto di vista fisico ma che in questo momento non dà ampie garanzie in termini di continuità.
Sarebbe servito un Palermo più coraggioso e più cattivo sotto porta per accentuate le imperfezioni dei bianconeri e invece i rosa, con la complicità di alcune scelte cervellotiche di De Zerbi, non hanno osato più di tanto e non hanno creato le condizioni per potere fare male all’avversario. Perché lasciare inizialmente in panchina Nestorovski, galvanizzato peraltro dai due gol consecutivi contro Crotone e Atalanta, e dare fiducia in attacco ad un giocatore come Balogh? L’ungherese ha provato a rendersi utile ma è stato evanescente e ha confermato, almeno per il momento, di non essere all’altezza di un campionato competitivo come quello italiano. Non c’è la controprova, anche perché tutte le squadre in serie A faticano ad impensierire la difesa della Juventus, ma con il macedone in campo dal primo minuto il Palermo avrebbe avuto maggiore peso offensivo e avrebbe potuto aumentare il coefficiente di pericolosità dalle parti di Buffon. Che invece ha trascorso una serata di assoluta tranquillità al netto di un cross insidioso di Aleesami (nella porzione finale del match) sul quale non sono intervenuti per un soffio un paio di compagni.
Troppo poco per dare del filo da torcere alla Juve. La gara di ieri ha ribadito l’essenza di questo Palermo, una squadra ordinata ma poco concreta. Una squadra dignitosa che prova sempre a giocare il pallone con una certa logica ma con dei limiti negli ultimi venti metri. E il rammarico aumenta se si considera che i padroni di casa hanno disegnato delle trame interessanti tenendo testa anche sul piano della personalità ad una squadra molto più forte. Focalizzando l’attenzione sui singoli, una menzione speciale la merita Posavec. Il portiere croato è salito in cattedra soprattutto nella ripresa superandosi due volte sulle conclusioni di Mandzukic e ha dimostrato di essere un portiere con la P maiuscola. La papera commessa nella gara contro il Napoli è definitivamente alle spalle. Josip, classe 1996, è tornato subito in carreggiata e nelle ultime partite si è preso una bella rivincita nei confronti di coloro che avevano manifestato più di una perplessità criticando lo stato maggiore del club per non avere acquistato durante il mercato estivo un portiere di esperienza.
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