Comuni, Regione sospende decreto sui trasferimenti Errore nel calcolo. Anci: «Problema è che sono pochi»

La polemica tra Anci e Regione potrebbe essere soltanto rimandata. Specialmente se la torta dei trasferimenti agli enti locali rimarrà di 50 milioni di euro così come previsto da Palazzo d’Orleans. A chiarirlo è il segretario generale dell’associazione che rappresenta i Comuni siciliani, Mario Emanuele Alvano, dopo che l’assessorato alle Autonomie locali stamattina ha pubblicato un decreto dirigenziale per sospendere gli effetti del provvedimento preso il 9 novembre e riguardante la ripartizione dei contributi regionali per le spese di investimento. Somme di cui ogni Comune ha bisogno per poter far quadrare i bilanci.

All’origine della decisione degli uffici di via Trinacria, un errore materiale nel calcolo di come i soldi sarebbero dovuti essere distribuiti ai singoli enti, con alcuni che avrebbero beneficiato di introiti superiori a quelli ricevuti nel 2015, nonostante rispetto a un anno fa lo stanziamento complessivo sia diminuito di quasi il 60 per cento. Ed è proprio a questo taglio che, al netto delle sviste, l’Anci fa riferimento con un comunicato in cui si sottolinea che, se le cose non cambieranno, «si rischia di aggravare una situazione che sta portando settimana dopo settimana nuovi Comuni a dichiarare il dissesto».

«Il problema di fondo rimane anche dopo questa sospensione – commenta il segretario generale Anci Sicilia, Mario Emanuele Alvano -. La questione, infatti, non riguarda vengono divise le risorse, ma a quanto ammontano le stesse. Cinquanta milioni non bastano, se consideriamo che l’anno passato sono stati 115». Dall’associazione, che a ottobre ha avuto un incontro con la Regione, la speranza è che possano entrare in gioco altri 115 milioni, legati ai fondi Pac. «Molti Comuni hanno fatto affidamento a queste risorse inserendole nei bilanci e un mancato trasferimento creerebbe difficoltà drammatiche per le finanze degli enti locali», prosegue Alvano.

I trasferimenti da anni vengono utilizzati dai Comuni per pagare le rate dei mutui accesi con le banche. «Le amministrazioni quasi sempre devono affidarsi ai mutui per portare avanti i propri investimenti, e questi introiti derivanti dalla Regione vengono utilizzati per pagare la parte capitale degli stessi», spiega il vicepresidente Anci Sicilia Paolo Amenta. La speranza dei sindaci è quella di trovare una risposta positiva nella riunione prevista per il 23 novembre con il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. «Confidiamo nell’incontro affinché si possa trovare una soluzione efficace nei ristretti tempi per apportare variazioni ai bilanci comunali». Tempi che per i Comuni scadano il 30 novembre.  

Simone Olivelli

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