Una maratona di tre ore. Via libera ieri sera da Sala delle Lapidi al bilancio consuntivo 2014 con un avanzo di 80 milioni, di cui circa 50 non vincolati. Scendono la spesa corrente e i residui passivi, mentre sono praticamente dimezzati gli investimenti, pari a 64 milioni di euro a fronte dei 122 del precedente anno. Crollo drastico sul fronte dei trasferimenti, che passano da 416 a 175 milioni, mentre restano poco “convenienti” i servizi a domanda individuale (asili, mense, impianti sportivi, ad esempio) per i quali il Comune spende circa 20 milioni, incassandone appena 4.
Il recupero dell’evasione della tassa sui rifiuti non decolla. Palazzo delle Aquile è riuscito a incassare solo il 18% di quanto accertato. Le partecipate restano una voragine mangiasoldi per le casse del Comune. Complessivamente l’amministrazione Orlando ha assegnato alle aziende 232,7 milioni. La più “costosa” è la Rap, a cui sono andati 133 milioni, seguiti da Amat (66 milioni), 10 milioni sono stati versati ad Amg, 8 ad Amap; 3,8 a Palermo Ambiente e 11 a Sispi.
Una manovra, quella approvata ieri sera che non convince Idv, che ha votato contro. Secondo i consiglieri comunali Paolo Caracausi e Filippo Occhipinti, il documento contabile, infatti, è «il perfetto esempio di come non si deve amministrare un ente locale: un avanzo stratosferico e un deficit funzionale dei servizi per i cittadini». Insomma secondo i due esponenti di Italia dei valori gli 80 milioni di avanzo d’amministrazione non investiti in «mezzi e tecnologie consegnano la città che vediamo oggi: rifiuti, strade colabrodo, verde abbandonato, trasporti insufficienti, pubblica illuminazione non a norma e tanto altro. Tutti settori che avevano bisogno di maggiori investimenti e attenzione da parte degli assessori in fase di programmazione della spesa». L’auspicio adesso è che «in sede di previsione vengano eliminate tutte le negatività riscontrate in questo rendiconto».
Critico anche il capogruppo democratico in Consiglio comunale, Rosario Filoramo. «A Palermo, nel 2014, ciascun cittadino ha versato in media nelle casse del Comune 718,58 euro (circa 310 euro in più rispetto al 2010), la pressione fiscale è altissima, i servizi sono inesistenti, e a certificare che le politiche economico-finanziarie messe in campo dalla giunta comunale a Palermo consegnano un bilancio del tutto fallimentare sono persino i revisori dei conti del Comune nella relazione al rendiconto di gestione 2014″. Una relazione in cui affermano che «l’amministrazione non ha intrapreso nessuna delle iniziative necessarie a correggere una gestione deficitaria in termini di disponibilità e corretta allocazione delle risorse e di riorganizzazione di tutta la macchina amministrativa – attacca Filoramo -, così come è altrettanto deficitaria la qualità dei servizi minimi resi in rapporto alle risorse impiegate».
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