Cinque giorni fa, per iscritto, il Collegio dei revisori dei conti del Comune di Catania ha bocciato sonoramente la delibera dell’amministrazione del sindaco Enzo Bianco che riguarda la cosiddetta rottamazione delle cartelle esattoriali, un meccanismo che permetterebbe ai debitori di palazzo degli Elefanti raggiunti da ingiunzioni di versare il tributo richiesto senza scontare le sanzioni collegate. Un vantaggio per entrambe le parti che il Consiglio definì lo scorso anno – non senza tribolazioni e passaggi a vuoto nella maggioranza – e che ora, per effetto di un nuovo decreto legge del Governo, può essere esteso anche ai tributi non riscossi tra il 2000 e il 30 settembre 2017. La prima versione non andava oltre l’ottobre 2016. Ma il testo preparato dalla giunta non piace affatto ai revisori.
In una nota piuttosto stringata, il presidente del Collegio Fabio Sciuto e i componenti Francesco Battaglia e Massimiliano Lo Certo mettono nero su bianco un elenco di perplessità. A partire da una circostanza: la delibera non indica espressamente quali sarebbero gli articoli del vecchio regolamento sottoposti a modifica. Ma il rilievo critico più forte appare un altro: l’assenza di copertura finanziaria per la quota di incasso che verrà rottamata. Tra le osservazioni dei revisori, inoltre, ci sono l’assenza, nell’atto, del modulo fac simile per accedere alla rottamazione e la mancata indicazione del termine di scadenza per decidere di adeguarsi alla norma.
Critiche a cui oggi, in mattinata, ha risposto punto per punto la Ragioneria generale, con un testo firmato dal direttore Massimo Rosso. In cui si fa presente, per cominciare, che la delibera introduce un nuovo meccanismo di rottamazione, dunque un regolamento a parte rispetto a quello votato lo scorso anno. Il primo rilievo dei revisori sarebbe superato. Quanto alla copertura, il discorso si fa ancora più tecnico. Secondo l’ufficio, la rottamazione delle cartelle è già di per sé provvista di una copertura finanziaria definita «autonoma»: in altre parole, sarebbe coperta da un fondo di garanzia che tiene in sicurezza il bilancio comunale dinnanzi a crediti di difficile esigibilità e il cui incasso è incerto. Il termine di scadenza per l’accesso ai benefici della delibera è il 31 di luglio. La formula impiegata nella delibera («entro il mese di luglio») viene però considerata imprecisa dai revisori.
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