Trascorsi tre anni dal terremoto politico che ha travolto l’ufficio tecnico del Comune di Scordia ad arrivare adesso è la mano della giustizia. Tre richieste di rinvio a giudizio sono state notificate dalla procura di Caltagirone ad altrettante persone. Tra loro spicca il nome dell’ex assessore ai Lavori pubblici ed ex vice sindaco Giuseppe Lo Castro. Al centro dell’inchiesta, affidata al sostituto procuratore Vincenzo Calvagno D’Achille, c’è il progetto di riqualificazione della scuola Salvo Basso e il tentativo, poi non andato in porto, di affidare una maxi consulenza esterna da 60mila euro per la direzione dei lavori.
Insieme all’ex vicesindaco tra gli indagati ci sono Salvatore Mazzone e Carlo Santagati. Il primo all’epoca dei fatti responsabile unico del procedimento per l’affidamento dei lavori; il secondo indicato, secondo l’accusa, come il beneficiario dell’incarico esterno. Il politico e Mazzone avrebbero optato per la consulenza all’architetto «pur consapevoli della disponibilità allo svolgimento dell’incarico da parte di Francesco Raimondo (dipendente dell’ufficio tecnico del Comune di Scordia)», si legge nella richiesta di rinvio a giudizio.
L’ex assessore si era dimesso il 19 maggio 2016. Una decisione ufficialmente dettata da motivi «personali» ma che in realtà aveva le sue fondamenta in un clima di crescente tensione all’interno del municipio. Culminato con l’azzeramento della giunta e la sfiducia, a luglio dello stesso anno, all’allora sindaco Franco Tambone. La storia della riqualificazione della scuola Basso diventa di pubblico dominio l’1 giugno 2016. Giorno in cui a Scordia si svolge un infuocato Consiglio comunale. Durante gli interventi viene illustrata una lettera del dirigente dell’ufficio tecnico Salvatore Campisi, in cui si evidenziano le presunte pressioni che avrebbe ricevuto per affidare l’incarico esterno da 60mila euro.
Secondo la ricostruzione della procura l’allora vice sindaco, accompagnato da Santagati, avrebbe incontrato il dirigente comunale agli inizi di maggio. Chiedendo «l’indizione di una procedura negoziata in quanto già collaudata», si legge nei documenti dell’inchiesta. I due indagati inoltre avrebbero evidenziato, in caso di mancato incarico esterno, «il rischio di perdere il finanziamento ottenuto grazie all’intervento di Santagati».
Campisi, cioè il dirigente che avrebbe subito pressioni oggi in servizio al Comune di Militello in Val di Catania, sarebbe stato il destinatario anche di una proposta di determina, con in calce il suo nome, in cui si prevedeva «l’indizione di una gara mediante procedura negoziata senza pubblicazione del bando di gara con il criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa per individuare il soggetto esterno all’amministrazione a cui affidare la direzione dei lavori per la scuola». Sulla sorte dei tre indagati a pronunciarsi, a fine settembre, sarà il giudice per le indagini preliminari. I tre sono accusati a vario titolo di concorso in tentato abuso d’ufficio, e tentata induzione indebita a dare o promettere utilità.
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