Ancora una volta il tema del simbolo porta scompiglio tra gli schieramenti politici per le Comunali del 2017. Gianfranco Miccichè, che aveva prima trovato in Fabrizio Ferrandelli il possibile candidato su cui puntare le fiches di Forza Italia, dopo una prima brusca frenata dovuta alle parole dello stesso ex deputato regionale («Siamo un contenitore aperto a chiunque voglia appoggiare il nostro programma, ma senza guardare ai simboli», aveva detto in conferenza stampa), sembra volere fare definitivamente marcia indietro e dà la colpa all’antipolitica.
«La confusione che sta generando questa voglia assurda di antipolitica – scrive in una nota il luogotenente di Berlusconi in Sicilia – mi ha proprio stufato. Io sono una persona seria e quando parlo lo faccio in nome del mio partito, che correrà a queste amministrative col proprio simbolo e con le proprie liste. Io non riesco più a capire se chi parla, parla per tifo o perché è rappresentante di una lista. Perché il tifo a me piace, mi diverte, ma serve a poco. Perciò sono ancora e sempre disponibile al confronto, ma da oggi non sederò più a nessun tavolo, se non presenti solo ed esclusivamente i rappresentanti di liste. Io alla mia faccia non rinunzio».
Poi la risposta di Ferrandelli. «Sono candidato a governare Palermo e non a fare da spartitraffico tra i partiti e le loro correnti – dice – Da mesi stiamo costruendo un progetto politico che supera le singole appartenenze nell’interesse del bene comune. Sono disponibile soltanto a parlare delle cose da fare per la città e dei problemi reali che vivono quotidianamente le palermitane ed i palermitani».
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