«Il primo pensiero è stato “Lo merito?”. I dati? Ancora non abbiamo niente». Vuole essere cauto Enrico Trantino, ma non riesce a trattenere la soddisfazione per le proiezioni elettorali che lo danno a oltre il 60 per cento nella corsa a sindaco del Comune di Catania. «Riusciremo a dialogare con l’opposizione anche alla luce delle premesse emerse nei dibattiti – dice il quasi nuovo primo cittadino – Può esserci anche la polemica seppur costruttiva». Nel suo comitato elettorale – nell’Nh hotel di piazza Trento – è arrivato circondato da familiari e sostenitori. Lì già tutti, da ore, parlano da vincitori. E nel tardo pomeriggio a mettersi in contatto con lui – pur con qualche difficoltà dovuta ai sobri festeggiamenti – è stato proprio lo sfidante principale, Maurizio Caserta, candidato del polo progressista.
Una battuta la dedica anche a quanti vogliono sapere che sindaco sarà rispetto al suo predecessore, Salvo Pogliese, della cui giunta Trantino faceva parte: «Smettiamola di parlare di discontinuità o continuità, è ovvio – dice – Qualcuno può dire che quel programma fosse sbagliato? Abbiamo avuto altri problemi. E smettiamola anche di ripetere che Pogliese poteva dimettersi prima: lui avrebbe voluto, ma siamo stati noi a chiedergli di non farlo, altrimenti avremmo perso i finanziamenti del Pnrr che un commissario non poteva gestire».
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