‘Commissario’ soft per il bilancio regionale?

Commissariamento soft per il bilancio della Regione siciliana? Sono in tanti, in queste ore, a chiedersi non tanto il perché del ‘siluramento’ di Enzo Emanuele, già nell’aria da tempo. Ma la sua sostituzione con Biagio Bossone, personaggio esterno all’amministrazione regionale. Dal 2008 ad oggi il governo presieduto da Raffaele Lombardo di esterni ne ha ‘valorizzati’ tanti: in giunta e ai vertici dei dipartimenti regionali. Ma, questa volta, la scelta di un esterno sembra abbia qualcosa di diverso rispetto ad altri casi. Cosa? Un punto d’incontro tra governo nazionale e governo regionale? Il tentativo, di Roma, di capire qual è la reale situazione finanziaria della Regione?
Un fatto è certo: in questo momento, per la Regione siciliana, è tecnicamente impossibile approvare il bilancio. Come abbiamo più volte scritto da qualche giorno a questa parte, con oltre 5 miliardi di ‘buco’ non è facile approvare il conto economico. Soprattutto con un commissario dello Stato che ha già ‘bocciato’ le ultime leggi di spesa per mancata copertura finanziaria. E se per mancanza di soldi ha bloccato leggi di settore, figuriamoci se il commissario lascerebbe passare un bilancio con un ‘buco’ di oltre 5 miliardi di euro!
Come abbiamo scritto ieri, sarebbe in corso una trattativa tra governo nazionale e governo regionale. Il governo Lombardo vorrebbe 700 milioni del Fas (Fondo per le aree sottoutilizzate) per pagare le spese sanitarie. Cosa non impossibile, visto che l’anno scorso il governo Berlusconi ha consentito al governo Lombardo di utilizzare circa 750 milioni del Fas per pagare la sanità. Ora Lombardo vorrebbe replicare con il governo Monti. Colpisce, in questa trattativa, che si dia per scontato che con le risorse finanziarie destinate alle infrastrutture del Sud – le risorse Fas servono, o dovrebbero servire a questo – si debbano pagare i debiti dell sanità!
Non è da escludere, però, che a Roma vogliano vederci chiaro, non soltanto sulla sanità siciliana (che è già un disastro, checché ne dica l’assessore al ramo, Massimo Russo, che a parole, ma solo a parole, dice di avere azzerato il deficit, mentre le spese sanitarie della Sicilia, ogni anno, crescono, come ha certificato la Corte dei Conti), ma anche sul resto del bilancio. Da qui l’ipotesi – ancora tutta da verificare – che Bossone possa essere stato il frutto di un’indicazione fatta insieme da Roma e da Palermo.
In ogni caso, come già accennato, la sostituzione di Emanuele era messa nel conto da tempo. In particolare, dal giorno in cui dal governo Lombardo è partito il cosiddetto ‘atto di interpello’, ovvero una sorta di richiesta-invito, da parte della stessa amministrazione, a tutti i dirigenti regionali. Per verificare se, all’interno degli uffici della Regione, ci sono personalità in grado di sostituire il dirigente generale del Bilancio.
Con l’atto di interpello, di fatto, il governo Lombardo comunicava non una, ma due cose. In primo luogo – e questo l’abbiamo già detto – che era arrivato il momento di sostituire Enzo Emanuele. La seconda notizia era che il governo regionale faceva sapere che a sostituire Emanuele non sarebbe stato l’attuale capo del servizio Bilancio e Programmazione, Mario Pisciotta, ovvero il dirigente del dipartimento Bilancio che, fino ad oggi, è stato il numero due dello stesso dipartimento Bilancio, l’uomo che ha condiviso tutte le scelte di Emanuele.
E’ evidente che si vuole cambiare completamente registro. Per fare definitiva chiarezza sui ‘conti’ della Regione? Chissà. Non è detto, infatti, che i ‘conti’ siano quelli che tutti, bene o male, conosciamo. La situazione finanziaria della Regione, insomma, potrebbe essere più grave. A conti fatti, una nomina, quella di Bossone, ancora tutta da decifrare.

 

Giulio Ambrosetti

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