Come si vive d’inverno, e col maltempo, a Ustica «Il cambio di programma per noi è un’abitudine»

«Ustica è sola, le altre isole minori della Sicilia no e si aiutano a vicenda». Tony Basile ha le idee chiare. Il giovane usticese sa che la bella isola di fronte Palermo fa parte dell’area metropolitana. Eppure la distanza dal capoluogo siciliano, appena 67 chilometri, a volte sembra insormontabile. Specie d’inverno. Soprattutto con una stagione come quella a cavallo tra il 2018 e il 2019, caratterizzata da frequenti piogge e da un maltempo quasi perenne. Come si vive a Ustica, dunque, in queste condizioni? Quali disagi e quali rimedi trovano i 1322 residenti dell’isola? A questa domanda Tony, un passato da militare che lo ha portato a girare l’Italia, sorride prima di rispondere.

«Ci si relaziona sempre con le stesse persone – racconta – E per questo si sta di più inevitabilmente in casa, anche perché l’isola, per quanto bella, sempre quella è. Allo stesso tempo, quando il tempo te lo consente, puoi farti sempre una passeggiata lungo itinerari molti belli. E di sicuro da noi non ci sono problemi di traffico quando piove, come quelli che ci sono a Palermo. Per fortuna comunque c’è Netflix. Altrimenti si va a casa di qualcuno, magari per un ping pong o una giocata a carte». Di isolamento insomma non si muore. Anche se per i giovani usticesi che magari cercano un po’ di divertimento e di novità lo specchio d’acqua che si presenta di fronte può apparire un buco nero. E come fa notare lo stesso Tony «ogni inverno ci sono decine di ragazzi e ragazze che lasciano Ustica per andare a studiare». L’isola infatti offre una scuola materna, una elementare, una media e un istituto comprensivo che «per tentare di convincere i giovani a restare si è trasformato in un istituto tecnico turistico».

Sono però proprio i giovani usticesi che da un po’ di tempo hanno deciso di provare a rivitalizzare l’isola. Tony ad esempio ha preso in gestione un parco suburbano, e in questo momento è impegnato nella lunga trafila burocratica che gli consentirà quest’estate di aprire la propria attività che prevede tra le altre cose anche una discoteca (finora assente a Ustica) e una zona aperitivo. Luisa Giardini, invece, è una giovane che si occuperà di un bar del centro un po’ in disuso con l’idea di rinnovarlo, adeguandolo ai tempi e ai gusti odierni. Tony e Luisa in ogni caso assicurano di essere solo due esempi di un elenco che si fa sempre più corposo. «Diverse persone hanno scelto di tornare qui e fare qualcosa per la propria isola – dicono – Se non facciamo niente noi chi lo dovrebbe fare?. Vogliamo offrire pacchetti completi di intrattenimento, che guardino ai giovani che cercano natura e divertimento insieme. Ustica ha delle potenzialità pazzesche e delle particolarità che necessitano solo di essere sfruttate. Da noi se ti succede qualcosa chiunque ti aiuta, noi siamo cresciuti così. Ma crescere soltanto nell’innocenza della nostra isola è sbagliato. La vita dell’isola è troppo legata alla stagionalità».

In effetti se si pensa a Ustica l’immaginario che viene in mente è fatto di tuffi su incantevoli fondali, di emozionanti trekking a ridosso del mare, di esplorazioni di affascinanti grotte vulcaniche. Tutte attività che si collegano per lo più all’estate. «D’inverno ci si annoia e d’estate c’è troppo da fare – convengono Tony e Luisa – Si passa da un eccesso all’altro. Per chi vive e lavora qui durante la stagione estiva diventa persino difficile vedersi, anche se poi d’inverno ce n’è persino troppo di tempo per rimediare. D’estate a Ustica ci si gioca tutto. E ci sono famiglie che devono poi spalmare bene i guadagni di una stagione lungo l’intero anno. Per questo il nostro obiettivo è quantomeno di allungare la stagione. Ustica, per esempio, non è attrattiva per un weekend d’inverno, perché c’è ben poco da fare a parte osservare gli splendidi scenari naturali». D’altra parte l’ultima festa del paese è quella di san Bartolicchio, che si svolge la seconda domenica di settembre. Mentre ad esempio isole come Marettimo godono di una seconda giovinezza col carnevale e con la festa di San Giuseppe

Senza considerare, poi, che il maltempo porta con sé l’annoso problema dei collegamenti. Una questione che Ustica condivide con le altre isole minori della Sicilia, anche se forse è colei che, rispetto alle sorelle, vanta più collegamenti quotidiani tra navi, aliscafi, catamarani e traghetti (per le merci). Quel che sorprende sempre i turisti è come i ritmi di un isolano possano essere così legati al tempo. Basta infatti un po’ di vento, più della pioggia, a far saltare una corsa e dunque tutti gli appuntamenti prefissati. Tenendo sempre a mente che a Ustica più che un vero porto c’è in realtà un punto di approdo e che in generale si viaggia solo di giorno. «Il cambio di programma crea confusione soprattutto nei turisti, noi usticesi ormai siamo abituati – concordano Tony e Luisa – Di certo siamo meteo dipendenti e meteoropatici. Nella scorsa estate ad esempio le piogge che sono cadute a Ferragosto hanno fatto saltare i piani economici di molti operatori. Anche per questi motivi un giorno di sole a Ustica porta un po’ più allegria che altrove».

Andrea Turco

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