Clochard sfrattati da marciapiedi e pensiline del bus Per Cantarella esistevano anche «villette» di cartone

Sotto i portici di corso Sicilia sono stati rimossi diversi cartoni e in via Lago di Nicito è stata sgomberata una pensilina dell’Amt che era diventata un punto di appoggio per un anziano clochard catanese e per un giovane senza fissa dimora straniero. «Le fermate degli autobus sono luoghi di riparo per tutti i cittadini in attesa dei mezzi pubblici – commenta a MeridioNews l’assessore alla sicurezza Fabio Cantarella – Non possono essere occupate in quel modo dai senzatetto».

Così, come scritto da La Sicilia, lì sono intervenuti i vigili urbani «che hanno chiesto ai clochard di spostarsi e, dopo avere superato qualche loro resistenza, hanno dato i riferimenti dei servizi sociali del Comune e della Caritas». Realtà che possono offrire informazioni, la possibilità di fare una doccia o di consumare un pasto, ma non un tetto sopra la testa per passare la notte. «Adesso – conferma Cantarella – non sappiamo dove siano andati». Anche perché negli immobili confiscati alla mafia da destinare ai clochard «i lavori procedono a rilento. In pratica siamo fermi», ammette l’assessore ai Servizi sociali Giuseppe Lombardo

Delle sei strutture iniziali ne sono rimaste soltanto quattro, due infatti sono risultate non utilizzabili a scopo abitativo. «Sono edifici che hanno difficoltà non indifferenti sia dal punto di vista strutturale che ostacoli per ragioni burocratiche – spiega Lombardo – come l’intestazione di alcune bollette che rende complicata la voltura». Uno di questi, quello di via Purgatoriosarebbe dovuto essere già disponibile lo scorso dicembre. «Adesso dovrebbe essere in dirittura d’arrivo». Quindi, se uno dei senzatetto che è stato sgomberato dal proprio cantuccio di fortuna dovesse bussare alla porta degli uffici comunali, dove sarebbe indirizzato? «Per fortuna – afferma l’assessore Lombardo – in città c’è una rete di volontariato molto attiva che si mette a disposizione». Cioè che supplisce, come può, alle mancanze del pubblico.

Nel frattempo tende, coperte e scatoloni continuano a trasformare alcuni marciapiedi, diverse panchine e qualche fermata degli autobus in alloggi arrangiati. In città le persone che dormono per strada superano la cinquantina. Da piazza Europa a corso Sicilia, da piazza Verga a largo Podgora, da piazza Lanza alla zona di Vulcania. Sono uomini, donne, catanesi e stranieri, giovani e anziani. «Rispetto all’anno scorso sono senza dubbio aumentati – dice Raimondo Arena che, dal oltre 15 anni, fa il volontario per la Caritas ed è anche il referente dell’unità di strada – È vero che il numero non si mantiene costante e, in certi periodi dell’anno, vediamo anche dei picchi più alti». 

Una presenza che per l’amministrazione comunale è diventata una «questione di decoro e sicurezza». Tanto che il primo cittadino Salvo Pogliese nell’estate del 2018 ha firmato un’ordinanza antibivacco – poi riaggiornata lo scorso anno – per certi versi inapplicabile. Tanto che, in città in questi anni, è cambiato poco o nulla e i senzatetto sono rimasti esattamente dove erano. «La settimana scorsa, insieme agli agenti della polizia, abbiamo liberato piazza della Repubblica dove alcuni senzatetto – ricostruisce l’assessore – si erano recintati un’area di circa otto metri quadrati sul marciapiede e avevano costruito una villetta». 

Quella che Cantarella definisce «villetta» è, in realtà, una struttura arrangiata fatta di scatoloni e tende per ripararsi dal freddo di questi giorni. «Interveniamo quando ci arrivano segnalazioni ripetute e istanze reiterate – precisa – da parte di privati cittadini, commercianti che si ritrovano i senzatetto davanti ai loro negozi o ristoranti e anche comitati dei quartieri. In certi casi – aggiunge – diventa una questione non solo di illecita occupazione del suolo pubblico ma anche igienico-sanitaria. Al momento, non abbiamo altre segnalazioni e quindi non abbiamo in programma altri interventi». 

Intanto a prendersi cura di chi vive per strada sono i volontari della Caritas che, ogni sera, fanno il giro delle zone più sensibili per consegnare un pasto. «Da quando è cominciato il freddo – racconta Arena – abbiamo fornito anche più di 400 coperte e le richieste di questo tipo sono interminabili. Un po’ perché se le rubano tra loro e un po’ perché quando passano i camion della spazzatura puliscono e buttano tutto». E per questo inverno, grazie a un donatore, alcuni clochard hanno anche potuto fare il vaccino antinfluenzale. «A parte qualche iniziale diffidenza da parte di qualcuno che aveva timore delle punture – dice – grazie a dei medici volontari che hanno fatto il giro con noi, abbiamo già somministrato i primi 15». 

Marta Silvestre

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