Risultati migliori rispetto al passato, ma per trovare il primo ospedale del Sud si deve guardare all’undicesimo posto. È quello che emerge dal Programma nazionale esiti (Pne) elaborato dall’Agenas (Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali): il report si riferisce al 2023 e riguarda oltre 1300 ospedali pubblici e privati italiani. «Sono stati calcolati complessivamente 205 indicatori – dice una nota di Agenas – dieci in più dell’anno scorso: 180 relativi all’esperienza ospedaliera, 25 relativi all’assistenza territoriale». Dall’indagine è risultato che i migliori tre ospedali in Italia sono il Careggi di Firenze (pubblico), l’ospedale Umberto I Lancisi di Ancona (pubblico) e l’Istituto clinico Humanitas di Rozzano, in provincia di Milano (privato). Dietro ci sono: l’ospedale Maggiore di Lodi, la casa di cura Mater Domini a Castellanza (in provincia di Varese), l’ospedale Borgo Roma di Verona, il presidio sanitario Gradenigo a Torino, l’Humanitas Gavazzeni di Bergamo, la casa di cura Villa Serena di Città Sant’Angelo (in provincia di Perugia), l’ospedale Bellaria di Bologna e la Casa di cure Orestano a Palermo. In pratica quattro strutture sono in Lombardia e una rispettivamente in Toscana, Marche, Veneto, Piemonte, Abruzzo, Emilia-Romagna e Sicilia. La clinica palermitana è la prima struttura del Sud Italia e nel report di Agenas si piazza subito fuori dalla top ten.
Nonostante tra le prime posizioni non ci sia una grande presenza del meridione, Domenico Mantoan – direttore generale di Agenas – sottolinea che «abbiamo eccellenze al Nord e iniziano a esserci eccellenze anche al Sud. Ci sono ospedali che non funzionano al Nord e altri che non funzionano al Sud. Quindi sta diminuendo il divario». Secondo Mantoan «la grande sorpresa è la Calabria, che è stata per anni maglia nera: ha fatto notevoli balzi in avanti». Leggendo i risultati del Programma nazionale esiti, però, si nota che anche la Sicilia ha fatto progressi: «l’impegno sta dando i suoi risultati», dice Mantoan. Se guardiamo ai numeri relativi agli interventi in caso di frattura del femore in pazienti che hanno più di 65 anni, tra le 14 strutture più efficienti ce ne sono tre siciliane. Sono l’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, l’ospedale di Trigona a Noto e il Guzzardi a Vittoria. Per rientrare in questa graduatorie le strutture dovevano garantire la prestazione entro 48 ore dalla frattura ad almeno il 75 per cento dei pazienti e delle pazienti.
Prendendo invece in considerazione l’angioplastica coronarica con impianto di Stent entro 90 minuti dall’arrivo in ospedale della persona che ha avuto un infarto, nel 2023 il migliore ospedale in Italia è stato il Barone Romeo di Patti, in provincia di Messina. Dietro ci sono l’ospedale di Treviso e l’ospedale del Cuore G. Pasquinucci, in Toscana. Ma tra le prime 35 strutture ci sono anche il Mater Domini di Catanzaro, in Calabria, e altri quattro ospedali siciliani: il San Giovanni di Dio e il Giovanni Paolo II di Agrigento, il Sant’Antonio Abate di Trapani e il Civico di Palermo.
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