«In questi ultimi giorni si assiste a un’escalation di violenze nei centri cittadini, non ultimo l’episodio avuto luogo a Roma Termini, che mette in luce ancora una volta le difficoltà che le donne e gli uomini della polizia di Stato incontrano nelle situazioni con soggetti armati che manifestano alterazioni di natura psichica, in cui gli operatori purtroppo ne fanno sempre più frequentemente le spese, sia in termini di incolumità personale che come responsabilità penale», è la denuncia del segretario provinciale dell’Unione sindacale poliziotti Alessio Poidomani.
«A questo si arriva – prosegue attraverso una nota stampa – poiché ci sono ancora troppe criticità irrisolte rispetto a questioni fondamentali. In primo luogo necessita ridurre le occasioni di contatto tra gli operatori ed i soggetti violenti, perché solo in questo modo si può tutelare al meglio la vita delle lavoratrici e dei lavoratori, e il Taser rappresenta lo strumento più idoneo allo scopo». Su quest’ultimo passaggio nel 2018 era stata annunciata la sperimentazione delle pistole elettriche anche a Catania.
«In secondo luogo di fondamentale importanza sono i protocolli operativi specifici a tutela degli operatori stessi che andrebbero totalmente rivisti ed aggiornati, il tutto garantito da una reale e totale tutela da parte dell’amministrazione». «Bisogna andare verso una legge che garantisca, attraverso il gratuito patrocinio, la serenità dei colleghi per i fatti occorsi in servizio», aggiunge Vittorio Costantini, segretario generale del sindacato.
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