Cipro dice no. Con uno scatto di oroglio, il Parlamento di Nicosia, ha bocciato il piano di ‘salvataggio’ concordato con l’Eurogruppo che prevedeva il prelievo forzoso dai conti correnti.
Contro il piano hanno votato 36 deputati, mentre ad astenersi sono stati in 19. Gli astenuti sono i rappresentanti del partito Disy del presidente Nicos Anastasiades, che si era detto favorevole al piano. I contrari sono tutti gli altri (compresi gli otto del partito Diko, alleato di governo).
La decisione aveva provocato una forte contestazione dei cittadini che si erano detti pronti alle barricate. Nessuno, infatti, tra le gente, ha creduto solo per un momento, che il sacrificio imposto ‘a tradimento’ avrebbe migliorato la situazione dei conti ciprioti o la loro vita. Insomma, di salvare le banche e la finanza europea, non ne hanno voluto sentire.
Intanto a Nicosia le piazze sono piene di gente che protesta perché fino al 21 marzo troverà le saracinesche abbassate agli sportelli bancari per volere della Banca centrale, che ha congelato i depositi per evitare la fuga di capitali.
E, dai soliti Dracula, come JP Morgan arrivano le solite prediche: Cipro rischia di restare fuori dall’euro. Una minaccia che ormai in mezza Europa non fa più paura a nessuno, anzi…
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