Sei siciliani, ma tre eletti in circoscrizioni del Nord Italia, e tutti del Movimento 5 stelle. È questa la pattuglia isolana che confluisce nella squadra di governo del premier Giuseppe Conte. Stamattina sono stati ufficializzate le 42 nomine mancanti.
Tra questi Giancarlo Cancelleri viceministro alle Infrastrutture che dovrà lasciare il suo posto da deputato all’Ars, al suo posto potrebbe subentrare la gelese Ketty Damante, anche se una serie di cavilli rischia di aprire nuovi scenari.
Della squadra di Conte fanno parte il 38enne palermitano Manlio Di Stefano, ma lombardo d’adozione, confermato sottosegretario agli Esteri, così come il coetaneo deputato messinese Alessio Villarosa all’Economia; l’altro palermitano Stanislao di Piazza, detto Steni, 62 anni, entra come sottosegretario al Lavoro. All’istruzione, sempre come sottosegretaria, nominata la 37enne siracusana Lucia Azzolina, cresciuta a Floridia dove ha frequentato il liceo per poi laurearsi a Catania in filosofia e trasferirsi al Nord dove ha acquisito una seconda laurea in Giurisprudenza e dove è rimasta a insegnare storia e filosofia. Nell’ultima legislatura ha fatto parte della commissione Cultura alla Camera.
In squadra c’è anche Vito Crimi, pure lui palermitano, cresciuto a Brancaccio ma trasferitosi a Brescia dove poi ha abbracciato il Movimento, venendo eletto parlamentare in Lombardia. Dopo aver coperto la carica di sottosegretario alla presidenza del consiglio con delega all’editoria, adesso andrà a occupare la casella di viceministro agli Interni.
Rimangono fuori i candidati del Pd – Teresa Piccione, Valeria Sudano, Lillo Speziale e Fausto Raciti i nomi che si erano rincorsi – anche se negli ultimi giorni lo scenario delineato era proprio quello che vedeva nessun esponente dem siciliano nella squadra. Fuori Erasmo Palazzotto, non c’è spazio infatti neanche per esponenti siciliani di Leu. Ma anche tra i 5 stelle, un po’ a sopresa, non compaiono i nomi di Francesco D’Uva, messinese e capogruppo alla Camera, né quello di Giorgio Trizzino, senatore ed ex primario dell’ospedale Civico di Palermo, dato per papabile al ministero della Salute.
CHI SONO I TRE SICILIANI DI SICILIA NELLA SQUADRA DI GOVERNO
Alessio Villarosa è considerato all’interno del Movimento 5 stelle un esperto di banche. Originario di Barcellona Pozzo di Gotto, 38enne, laureato in Economia aziendale a Pisa. Prima di entrare in politica con il Movimento 5 stelle, fa l’operaio in una fabbrica che produce reti ortopediche, poi lavora per una società finanziaria come addetto anagrafiche e infine fonda un’azienda con cui commercializza «un prodotto innovativo e naturale, curativo per l’artrosi». Eletto in Parlamento, per un periodo durante la passata legislatura è capogruppo alla Camera del Movimento. Ma il salto di qualità arriva col governo gialloverde, in cui è chiamato alla carica di sottosegretario all’Economia, ruolo in cui oggi viene riconfermato. Nell’ultimo anno si è occupato di dossier caldi per la Sicilia, a cominciare dalle ex province, terreno di uno scontro molto forte soprattutto con il suo conterraneo e sindaco di Messina Cateno De Luca.
Steni Di Piazza, classe 1957, laureato in Giurisprudenza, funzionario di banca dal 1980, declina l’impegno professionale anche in chiave sociale, con una serie di progetti che consentono canali privilegiati di accesso al credito per le fasce sociali più deboli. Un impegno che lo porta nel 2007 a dire addio agli istituti di credito tradizionali nei quali aveva lavorato per oltre un quarto di secolo e aprire a Palermo la prima filiale di Banca Etica in Sicilia. Da un paio d’anni l’impegno sociale si è tramutato in politico all’interno del Movimento 5 Stelle, arrivando alle scorse politiche all’elezione in Senato.
Giancarlo Cancelleri, vero e proprio leader dei cinque stelle siciliani, merita un capitolo a parte.
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