Passato, presente e futuro della città e della Sicilia si sono incontrati per un giorno nel cortile Maqueda di palazzo dei Normanni nell’ambito dell’iniziativa Palazzo creativo, il fumetto diventa reale, promossa dalla fondazione Federico II e dall’Assemblea regionale siciliana, in collaborazione con la Scuola del fumetto di Palermo e la Grafimated Cartoon. Quest’ultima realtà, specializzata nel campo dell’animazione, era già stata coinvolta nella realizzazione dell’animazione digitale per il video introduttivo della mostra Castrum Superius, visitabile presso le sale del palazzo reale dal 15 Maggio al 10 gennaio 2020. Giovedì 13 giugno, dalle 10 alle 13, l’antica regia della dinastia Sveva ha visto impegnati cinquanta giovani disegnatori, chiamati a reinterpretare in maniera personale la storia, l’arte e l’architettura dell’edificio simbolo della dominazione normanna in Sicilia, filtrandone gli elementi più celebri e pregnanti attraverso il tratto fluido e moderno dell’arte sequenziale e dell’illustrazione.
L’iniziativa, nata quasi casualmente dalla collaborazione tra le realtà sopra citate, si inserisce in un più ampio progetto di valorizzazione della struttura voluto da Patrizia Monterosso, direttrice della fondazione nata nel 1997, «L’idea è quella di unire la storia artistica della città con il linguaggio del fumetto e con questi giovani che ne rappresentano il futuro», dice lei raccontando come il concetto chiave della manifestazione proseguirà con una pubblicazione contenente le opere di tutti i giovani allievi del triennio di fumetto e illustrazione dell’istituto palermitano.
Nel corso della giornata sono stati anche esposte le cinque gigantografie create da altrettanti fumettisti professionisti siciliani per omaggiare l’edificio e la sua storia: Giuseppe Franzella, Silvestro Nicolaci, Livio Cacciatore, Deborah Allo e Gabriele Cracolici hanno offerto, ciascuno a modo proprio, una personale visione del palazzo adottando gli stessi stilemi narrativi del loro lavoro in seno a realtà quali Bonelli, Disney, Soleil, Piemme e Tunuè dando vita a cinque storie, della durata di un’immagine immutabile, estremamente diverse tra loro.
«Secondo un mito Africano, il Leone durante la notte non chiude mai gli occhi» dice a MeridioNews Deborah Allo parlando del proprio lavoro, «mi sono ispirata ai mosaici della sala di re Ruggero, immaginando che prendessero vita durante la notte, che il leone liberasse le altre figure rappresentate restando poi vigile a guardia del palazzo proteggendolo durante la notte», afferma l’autrice palermitana. «Mi sono innamorato dei giardini di questo splendido palazzo, dei suoi ficus, soprattutto di uno degli alberi che è cresciuto intorno a un pino aggrovigliandosi ad esso – racconta invece Silvestro Nicolaci – da questo punto sono partito nella realizzazione di un abbraccio figurativo, del palazzo e della città, attraverso il tempo e le epoche che questo palazzo ha visto passare nel corso del tempo» conclude l’autore spiegando il significò del proprio manifesto.
Come quelli degli altri tre disegnatori, anche i lavori degli artisti intervistati sono stati resi disponibili sotto forma di cartoline che gli autori hanno autografato gratuitamente per il pubblico di giovani e meno giovani filtrato all’interno del cortile nel corso della mattinata. «È bello essere qui ed essere entrati dalla porta principale, siamo felici soprattutto per i ragazzi che finalmente iniziano a sentire di far parte della cultura della propria terra – afferma Salvo di Marco parlando dell’emozioni dei giovani artisti presenti – Salvador Dalì diceva che il disegno è l’onestà dell’arte. Non c’è alcuna possibilità di barare. O è buono o è cattivo. E questi disegnatori che, fino ad ora, sono stati considerati eroi a casa di altri, oggi sono finalmente artisti a casa loro».
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