«Si stanno completando le operazioni di collaudo, entro un mese la zona interdetta del cimitero sarà riaperta del tutto». È la rassicurazione dell’architetto Mario Li Castri, capo area tecnica della Riqualificazione Urbana e delle Infrastrutture del Comune di Palermo, in merito alla zona superiore del cimitero di Santa Maria dei Rotoli a Vergine Maria, inagibile dal 2008 per il pericolo di caduta massi. Un pericolo che non scoraggia i tanti palermitani che sistematicamente continuano a scavalcare le transenne per fare visita ai propri cari defunti non curanti del rischio a cui vanno incontro, tanto che molte delle recinzioni, nel tempo, sono state modificate per rendere più facile l’accesso alla parte interdetta.
«Sono stati già ultimati i lavori di messa in sicurezza del costone roccioso di Monte Pellegrino che sovrasta il cimitero» precisa ancora Li Castri. Una conferma che arriva anche dall’assessore Giusto Catania, responsabile della gestione dei servizi cimiteriali: «Ci sono in corso dei lavori che dovrebbero terminare da qui a qualche mese, finalmente». Una messa in sicurezza attesa da otto anni. «Noi abbiamo iniziato relativamente da poco – continua l’assessore – La gara d’appalto è partita nel 2013, quindi possiamo dire che ce ne siamo interessati immediatamente essendoci insediati nel 2012».
Da qualche mese, infatti, è stata installata un rete inclinata a protezione delle lapidi e delle famiglie che, imperterrite, negli anni hanno continuato a violare i divieti, favoriti dalla totale mancanza di vigilanza. «C’è un’ordinanza di protezione civile. I controlli ci sono stati e ci sono, ma uno non può stare lì fermo immobile a evitare che la gente entri, i cartelli sono chiari. Se la gente entra comunque – aggiunge l’assessore Catania – si assume le proprie responsabilità a dispetto di un’ordinanza della protezione civile». Molti dei cartelli, tuttavia, sono vecchi e in nessuno è riportato il pericolo a cui si va incontro accedendo all’area, ma un generico divieto di accesso.
Un problema che persiste da decenni quello della sicurezza del cimitero dei Rotoli per via delle molte frane a cui è soggetto il monte. «Stiamo parlando di un cimitero che ha oltre sessant’anni, non si può spostare – conclude Catania – Certo non bisogna chiederlo a me come sia stato possibile, forse non era nato neanche mio nonno quando hanno cominciato i lavori per costruirlo». All’amministrazione del cimitero dei Rotoli, intanto, solo bocche cucite. I funzionari preferiscono non sbottonarsi sulla zona interdetta, scegliendo il silenzio: «Non rispondiamo a nessuna domanda, chiedete alla protezione civile» Spiega un impiegato. «Unn’aviemu nienti i riri» si limita a sentenziare un altro.
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