«Piazzale Rocco Chinnici, già piazzale Asia». Una targa su uno degli edifici delle Ciminiere e una inaugurazione il giorno della vigilia di Natale. Il regalo alla città della commissione toponomastica del Comune di Catania — presieduta dal sindaco Enzo Bianco — è l’intitolazione del piazzale antistante il centro fieristico etneo al giudice palermitano. Così lo slargo tra viale Africa e la stazione prende il nome del magistrato ucciso da Cosa nostra il 29 luglio 1983 poiché colpevole, tra le altre cose, di aver ideato il pool di cui sono stati parte Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. «È bellissimo che Catania abbia voluto ricordare un siciliano autentico che credeva nella sua terra», afferma Caterina Chinnici, deputata europea e magistrato come il padre. Al suo fianco, i figli: «Loro sono riservati, hanno sempre evitato occasioni come questa — racconta — Il fatto che oggi abbiano voluto partecipare significa che è stato raggiunto, almeno in parte, uno degli obiettivi che noi tutti dobbiamo porci e per il quale mio padre lottava: trasmettere alle giovani generazioni il messaggio dell’antimafia».
«È stato l’inventore del pool antimafia e di un nuovo metodo di indagine contro la criminalità organizzata, basato sul concetto che fosse necessario colpirne le finanze», spiega Orazio Licandro, assessore alla Cultura e promotore dell’inaugurazione. «La democrazia di questo Paese deve moltissimo a Rocco Chinnici — dice — Era un magistrato schivo e riservatissimo, sempre lontano dai riflettori, che non rinunciava a svolgere un’attività di formazione nelle scuole, diretta alle giovani generazioni». Intitolargli una piazza, per Licandro, «era doveroso». Anche perché «la posizione culturale e politica di una città si vede anche da questo, dai nomi che si danno a strade e piazze, da dedicare a personaggi che hanno lasciato un segno vero e forte nella gente, finalmente lontani da un certo patriottismo che ormai si è svuotato di significato».
A festeggiare il taglio del nastro, anche Mario Michele Giarrusso, senatore etneo pentastellato. Era stato il MoVimento 5 stelle, infatti, a presentare una partecipata petizione popolare con l’obiettivo di un’intitolazione stradale proprio per Chinnici. «L’antimafia si fa anche ricordando chi ha dato la vita per il proprio Paese, affinché non solo non venga dimenticato il loro sacrificio, ma anche diventino un esempio per il futuro e costruiscano la nostra identità», dichiara Giarrusso. «L’intuizione di Rocco Chinnici, poi, è stata attualissima: le indagini bancarie, colpire la criminalità organizzata nelle sue finanze — arringa — Se vogliamo sconfiggerle, dobbiamo rendere povere la mafia e la politica corrotta».
«Nella mia scorsa sindacatura ho intitolato un parco a Giovanni Falcone e piazza Alcalà a Paolo Borsellino. Oggi, la prima intitolazione che faccio da nuovo sindaco, è questa», spiega il primo cittadino. «Non voglio fare soltanto intitolazioni antimafia, ne faremo molte altre, ma non possiamo non ricordare i personaggi che hanno ridisegnato l’identità della Sicilia», sostiene Bianco. I catanesi, però, non si abituano facilmente alle novità. Se via Giuseppe Fava è ancora, per molti, via dello stadio, lo stesso accade per piazza Borsellino, tutt’ora nota come piazza Alcalà: «È difficilissimo cambiare la mentalità — replica Bianco — Ma noi insisteremo. Abbiamo vie e slarghi che hanno i nomi di persone che non hanno fatto nulla per questa terra o, addirittura, le hanno fatto del male. Perché dovrebbero meritare quelle intitolazioni? Le abbiamo ereditate dal passato e le cambieremo». Un esempio? «Vittorio Emanuele III è quello che ha consegnato l’Italia al fascismo, perché deve avere una piazza?». Nello specifico, quella nota come piazza Umberto, su via Umberto I. Inoltre, annuncia il sindaco: «C’è una netta prevalenza di uomini, molte strade e piazze prenderanno presto i nomi di donne».
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