Chiude l’orchestra Falcone Borsellino «In Comune qualcuno ci ha ostacolati»

«È trascorso un mese e mezzo da quando il Comune di Catania ci ha fatto la promessa di una sede. Purtroppo nulla è cambiato, nulla è stato fatto. A questo punto, come è previsto dal nostro statuto, dobbiamo togliere gli strumenti ai bambini perché siamo costretti a chiudere».

Alfia Milazzo parla con amarezza dell’epilogo della vicenda che colpisce l’orchestra infantile Falcone Borsellino. La promessa di una sede temporanea, in attesa di quella definitiva, aveva tenuto viva la speranza. Un atto di buona volontà da parte dell’assessore Giuseppe Girlando, che però oggi cozza con la rigidità della burocrazia, chiamata a frenare i desideri di tutti per ragioni che Alfia Milazzo giudica «poco chiare».

«Secondo alcuni consiglieri ci sarebbero a monte questioni politiche – spiega la presidente della fondazione La città invisibile – Ci hanno sempre visto come dei rompiscatole. Il centro Midulla poteva essere la giusta soluzione ma secondo l’architetto Areddia, direttore generale del Patrimonio, richiederebbe lavori urgenti e che necessitano di molto tempo. È un fatto strano, perché si tratta di un’ipotesi smentita da una dichiarazione della commissione al Patrimonio che, venti giorni fa, in seguito ad un sopralluogo in cui erano presenti gli stessi tecnici del Comune, aveva dichiarato che i locali erano perfettamente agibili».

La visione di Alfia Milazzo è lucida, segnata dalla consapevolezza di aver fatto tutto quello che era possibile. Il sopralluogo dei giorni scorsi aveva anche prodotto dei benefici per i residenti, con la rimozione della discarica di amianto di via Zuccarello, alle spalle del centro Midulla. Oggi l’orchestra infantile chiude ma si apre la lenta danza che condurrà alla ricerca delle responsabilità politiche e istituzionali.

«Nei giorni scorsi il centro è stato anche oggetto di un raid vandalico, – conclude la presidente Milazzo – è entrato qualcuno forzando la porta e gli abitanti del quartiere ci hanno chiamato. I negozianti della zona sono arrabbiati, hanno preso male questa notizia perché vedono in noi un presidio di legalità. Anche la chiesa di piazza San Cristoforo, che in questo periodo ha ospitato il nostro materiale, è stata chiusa e i fedeli non potranno fruirne. Purtroppo il maestro sarà spostato in un altro nucleo e il nostro regolamento impone il ritiro degli strumenti musicali ai bambini. Lo faccia l’architetto Areddia».

Luigi D'Angelo

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