Chiesa Minoriti, esposto a ispettorato lavoro «Per dieci anni sono stato senza contratto»

«Mi chiamo Domenico Concetto Leonardi e per ben dieci anni, ininterrottamente mattina e pomeriggio, ho lavorato come sacrista alla chiesa San Michele Arcancelo ai Minoriti». Inizia così la storia che il signor Leonardi racconta. È emozionato, «è la prima volta» spiega, ma è soprattutto arrabbiato per l’ingiustizia che sostiene di aver subito. Dal 2005 al 2015 avrebbe lavorato come «assistente» di monsignor Antonino Verde, il rettore della chiesa di via Etnea, senza però esser mai regolarmente contrattualizzato. Nonostante le sue continue richieste. «Quando ho osato rivendicare i miei diritti, chiedendo di essere messo in regola – aggiunge – sono stato prima insultato, e poi cacciato via». 

Ad aver fatto infuriare il sacerdote sarebbe stata una lettera che il signor Leonardi avrebbe inviato al vicario della Curia arcivescovile, monsignor Salvatore Genchi, per denunciare «l’atteggiamento reticente di padre Verde». «A marzo del 2015 sono stato convoncato nell’ufficio di monsignor Verde – continua Leonardi – lui mi ha sventolato in faccia la raccomandata, urlando e dicendomi di dover andare via, dandomi anche il consiglio beffardo di sottopormi a una visita psichiatrica». 

Per il suo operato all’interno della chiesa, il signor Leonardi, racconta di aver percepito la somma di quattrocento euro al mese, per tutto il periodo della sua permanenza. «Una cifra sempre uguale che mi veniva versata puntualmente i primi giorni del mese». Per questo motivo, dopo essersi rivolto a un avvocato civilista e a un lavorista, il 14 aprile dello stesso anno Leonardi ha deciso di presentare un esposto all’ispettorato del lavoro della Regione Sicilia

Chiedendo la regolarizzazione del rapporto di lavoro, l’applicazione del contratto di categoria e le relative differenze retributive, il Tfr, la tredicesima e la quattordicesima mensilità dell’anno 2014 e il pagamento delle ferie non godute e delle festività non pagate. Oltre al versamento dei contributi previdenziali e assistenziali. Richieste che, durante una prima fase di conciliazione, sono state ritenute irricevibili dal sacerdote. Il quale, intervistato da MeridioNews, ha negato il presunto rapporto di lavoro con Leonardi.

«La chiesa dei Minoriti non è una parrocchia – spiega Antonino Verde – non ci sono funerali, battesimi o cresime, quindi non c’è stato mai il bisogno di un sacrista. La nostra comunità – continua – si regge sull’intervento dei volontari, e il signor Leonardi era uno di questi». La conoscenza tra i due uomini si sarebbe consolidata, stando alle parole di Verde, tramite la madre del prete «che dopo la morte dei genitori del poveruomo – aggiunge  – cucinava per lui come gesto di carità». La stessa che avrebbe spinto il sacerdote a dare ogni tanto «piccole somme» durante la sua opera volontaria.

«Purtroppo quello che viene fatto per beneficienza viene poi riconosciuto come un diritto acquisito – continua il prelato – Leonardi non ha mai preso una scopa, uno straccio, un paramento, non faceva di questo il suo lavoro». Un rapporto «di famiglia», spiega il monsignore, che però si sarebbe rotto dopo che Loneardi «è andato a disturbare mezza Catania, arrivando persino in arcivescovado». E aggiunge: «Mi dispiace molto, noi gli abbiamo anche offerto diversi lavori che però ha sempre rifiutato, perché era al carro di un noto politico catanese che gli prometteva lavori e lo teneva al suo seguito». Versione confermata da Leonardi che, però, specifica: «Frequentavo la segreteria politica per avere un lavoro, è vero, ma questo non vuol dire che aveva il diritto di non farmi un contratto. La Chiesa – conclude – butta un poveretto in mezzo alla strada. È questa la loro misercordia?». 

Mattia S. Gangi

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