Ah, l’amore… Quella strana cosa che ti fa sentire felice quando stai con la persona che ami e ti fa vedere il futuro un po’ meno grigio. Quella cosa che, se ce l’hai, ti rende una persona migliore ogni giorno di più. Quella cosa che ti si fa diventare totalmente rincoglionito ma cosciente e felice di esserlo, che ti colpisce allo stomaco e ti fa l’effetto della caponata alle sei di mattina (altro che farfalle!) quando i tuoi occhi incontrano i suoi. Una cosa sì strana, ma anche bella e preziosa, da coltivare e proteggere. E poi c’è San Valentino, il protettore dell’amore e degli innamorati, che, secondo la tradizione cristiana, li protegge e li aiuta a far crescere il loro sentimento giorno dopo giorno. E infine c’è il 14 febbraio, il giorno di San Valentino, ovvero “la festa degli innamorati”.
Il giorno di San Valentino ci si sveglia in un atmosfera ovattata, quasi irreale. Nell’aria risuona I will always love you di Whitney Houston, il vento trasporta odore di Baci Perugina e il mondo sembra quasi essere di un altro colore. Peccato che il colore in questione sia un fastidiosissimo rosa shocking puntinato da piccoli cuoricini rossi, che ferisce la vista e riempie gli scaffali dei negozi. Per San Valentino, infatti, tutto è rosa a cuoricini: vestiti, tazze, borsette, accendini, pupazzi, cosmetici, torte, e chi più ne ha più metta.
Ovunque si vada, ci si ritrova davanti una vetrina, uno scaffale o un espositore rosso fuoco, pieno di roba rosa a cuoricini e con la scritta sopra “buon San Valentino”. Anche in farmacia o dal macellaio non si ha scampo: a San Valentino qualcosa da vendere la trovano tutti. E questo accade a causa dell’usanza che più caratterizza la festa degli innamorati, cioè lo scambio dei regali. Alle ragazze brillano gli occhi al solo pensiero della bellissima sorpresa che i fidanzati prepareranno per loro, e ai ragazzi tremano le palpebre per lo stress a cui sono sottoposti per organizzare una bellissima sorpresa alle loro fidanzate. Non sia mai che la dolce metà rimanga delusa proprio la sera di San Valentino. Perché, si sa, se tieni ad una persona glie lo devi dimostrare a San Valentino, e durante quell’intera giornata la devi amare, chiaro? Gli altri trecentosessantaquattro giorni, invece, sei autorizzato a fregartene di lei, farla sentire brutta e odiarla.
I pegni d’amore? I più vari, con prevalenza di cose e inutili e di dubbio gusto, tra cui spiccano strani animali antropomorfi in salopette e con un enorme cuore rosso tra le zampine, bigliettini d’auguri con stampati sopra cherubini barocchi col sedere di fuori, oggetti di ogni forma che, una volta strizzati, emettono una specie di “I love you” metallico, e cofanetti di olii per massaggi allo zucchero a velo, mandorla, miele, cioccolato e cannella che neanche il tempo di aprirli e ti è già venuto il diabete. Tra i doni più gettonati troviamo anche fiori (meglio se rose, meglio ancora se rosse), cioccolatini, dolci, gioielli (pochi, che c’è crisi!), e tanta, tanta, tanta biancheria intima: sensuali pizzi neri e merletti rosa confetto, ma anche latex, pelle, borchie, mascherine, frustini, manette rosa pelose… andrà forse di moda il sadomaso? Per non parlare poi dell’intimo maschile. Ma voi ve le mettereste mai un paio di mutande con un bersaglio proprio lì e una freccetta che si dirige pericolosamente verso i vostri gioielli di famiglia? Se volete tenervi una donna, ve le sconsiglio dal profondo del cuore.
San Valentino da festa degli innamorati, è così diventata festa del consumismo, dell’amore ostentato, mortificato, declassato, dell’amore a tutti costi, dell’amore da consumare, comprare e regalare un solo giorno dell’anno. Quindi, oltre ad essere il giorno degli innamorati è, soprattutto, la festa di fiorai, gioiellieri, pasticceri, ristoratori e venditori di cianfrusaglie che, buon per loro e peggio per noi, alzano i prezzi alle stelle per vedere fino a dove possa arrivare il masochismo dei consumatori innamorati (e anche un po’ fessi). Un esempio tra tanti? Le rose rosse a San Valentino costano tre volte di più del normale. Sarò io che sono poco romantica, ma se gliele compri l’indomani non vuol mica dire che non la ami.
La sera di San Valentino poi, non puoi neanche aver voglia di andare a bere una birra in santa pace dato che ovunque tu vada troverai una fantastica serata “Happy Valentine’s day” per innamorati a 30 euro a capoccia. Oppure ti ritrovi il locale addobbato di fiori e candele stile matrimonio, con tanto di enormi palloncini a gas rossi fiammanti a forma di cuore, che invadono lo spazio di almeno una decina di tavoli. Ah, se non vuoi che ti si carino i denti, non uscire di casa: in giro si vedono solo coppiette. I single è come se non esistessero. Sembra quasi che Cupido abbia intimato loro di rimanere chiusi in casa per non rovinare la magia che si respira nell’aria.
Oltre ad essere la festa del consumismo, San Valentino è anche, e soprattutto, la festa delle bimbeminkia. Costoro, di norma, sono ragazzine tra gli 11 e i 18 anni che, oltre ad avere un sacco di altri problemi, adorano visceralmente il 14 febbraio e trascorrono tutto l’anno aspettando che arrivi quel fatidico giorno. Più che essere romantiche tendono al patetico e piangono ascoltando musica sdolcinata. Amano i libri e i film di Federico Moccia e per questo sognano di sposare Riccardo Scamarcio e sono attratte da tutto ciò che è inutile, rosa e peloso. Insomma, la bimbaminkia è la perfetta macchina da San Valentino. Per questa ragione, i loro fidanzati bimbiminkia, arrivato il 14 febbraio, vanno dal ferramenta a comprare un lucchetto, ci scrivono sopra la loro promessa d’amore e lo attaccano su un lampione del lungo mare di Acitrezza, che nel frattempo, sotto il peso di tonnellate di ferro, è diventato pericolante e potrebbe uccidere qualcuno da un momento all’altro. Ma questo non è importante. L’amore trionfa su tutto.
I bimbiminkia, mentre ci sono, dal ferramenta comprano anche una bomboletta spray. A cosa gli servirà mai? La usano per scrivere una dichiarazione d’amore alla fidanzata, che vedendo quella bellissima frase tutta per lei impazzirà d’amore e i due vivranno per sempre felici e contenti. Non importa che lo facciano imbrattando facciate, strade, cancelli e persino automobili altrui. Questo è irrilevante. A tal proposito, non dimenticherò mai quando, la mattina del 14 febbraio di qualche anno fa, mi accadde una cosa che mai avrei pensato potesse succedere davvero. Mi avviavo in macchina verso il lavoro e, arrivata a destinazione, stavo per parcheggiare sull’altro lato della strada. Mentre facevo manovra un ragazzino sbuca dal nulla facendomi segno di non lasciare la macchina in quel punto. Non capendone la ragione gli chiesi il perchè e lui, con aria risoluta, mi rispose: “No, è che ho fatto una scritta a terra per la mia ragazza. Se tu ci metti la macchina di sopra, lei, quando si affaccia, non la vede“. Non sapevo se metterlo sotto con la macchina o portarlo dallo psicologo. Alla fine mi fece tenerezza e decisi di mettere la macchina da un’altra parte. Ma ero troppo curiosa. Volevo sapere che cosa aveva scritto. Il mio entusiasmo si spense quando lessi, scritto in bianco sul nero asfalto, “Io e te verso l’infinito e oltre”. Cosa? Ma non lo diceva Buzz Lightyear in Toy Story?
Raccolsi le mie braccia da terra e me ne andai a lavorare.
Ah, l’amore…
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