Che ‘bello’: in Sicilia 16 basi Nato pronte ad essere colpite in caso di guerra in Siria

IL GENERALE LIBANESE IN PENSIONE, HISHAM JABER: “IN CASO DI ATTACCO IL CONFLITTO POTREBBE ALLARGARSI ALLE BASI AMERICANE”. CIOE’ ANCHE ALLA NOSTRA ISOLA…

Non sono, come dire?, “tranquillizzanti” le dichiarazioni rilasciate al Tg 1 da Hisham Jaber, generale libanese in pensione. Un giudizio ‘tecnico’, il suo. Da uomo abituato alla guerra. Soprattutto dalle sue parti.

“Obama ha parlato di attacco rapido – ha detto il generale Jaber – ma questo dipenderà dalla reazione di Assad”. Insomma, ci si chiede: quale sarebbe la reazione della Siria in caso di un attacco americano? L’alto ufficiale libanese in pensione, su questo punto, è stato chiarissimo: “Il conflitto potrebbe allargarsi alle basi americane”. (a sinistra, foto tratta da corvide.blogsport.com)

A questo punto, in Sicilia, dobbiamo cominciare a prepararci ad ogni eventualità. Per un motivo semplice: perché, come ricorda resa pubblica.it, nella nostra Isola si contano ben 16 basi Nato. Noi comuni mortali conosciamo la base militare americana di Sigonella, nella piana di Catania, a due passi da Lentini. E pensiamo subito al Muos, il mega radar in costruzione (o forse già in buona parte costruito) a Niscemi, nel bel mezzo di una Riserva naturale. Muos che non è certo uno strumento di pace, ma di guerra.

Di fatto, la Sicilia, già dagli anni della cosiddetta Prima Repubblica, è molto più armata – con armi americane – di quanto non sembri. Noi siciliani mortali, magari non sappiamo dove si trovano queste basi Nato. Il problema è che ci sono. E che, in caso di guerra, potrebbero diventare obiettivi militare da colpire.

A conti fatti, in Sicilia, anche se facciamo finta di non accorgercene, siamo messi molto male. Anzi, malissimo. Il Mediterraneo – in pratica il ‘nostro’ mare – è ormai pieno di navi da guerra.

La presenza della rete consente, ormai, un’informazione capillare. Basta un computer, un collegamento internet, ed ecco che mezzo mondo, se non tutto, sa che ne Mediterraneo sono arrivare tre navi da guerra cinesi. Che si vanno ad aggiungere alle navi da guerra russe. E altre altre navi – naturalmente sempre da guerra – che passano dal Canale di Suez. Navi, armi, bombe. Una manna per chi li produce e li vende soprattutto in tempo di guerra…

Ovviamente, nel Mare Nostrum, ci sono anche le navi da guerra americane: “Cinque cacciatorpedinieri armati con missili da crociera e una nave anfibia con diverse centinaia di marines a bordo, in preparazione per possibili attacchi sulla Siria”, leggiamo sempre su resa pubblica.it.

A noi siciliani non resta che aspettare. E sperare nell’ ‘indecisionismo’ dell’America di Obama e della Francia di Hollande.

Volendoci pensare, non è bello pensare – e scusate il gioco di parole – che Sigonella, Muos e, in generale 16 luoghi della Sicilia potrebbero diventare altrettanti obiettivi militari da colpire per colpire gli Usa. Per colpire gli americani, colpirebbero la Sicilia…

 

 

Redazione

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