La crisi a Palermo e provincia dal 2008 a oggi ha prodotto «effetti nefasti», le imprese attive sono diminuite di 1.120 unità e il tasso di occupazione è sceso dal 43,3, a 36,9 per cento, mentre quello di disoccupazione dal 16,9 al 23,2 per cento. Ancora più sconfortante il tasso di disoccupazione giovanile, che ha raggiunto il 43 per cento. Una vera ecatombe, contraddistinta da un aumento preoccupante del numero totale dei disoccupati, passati da 74 mila a 95 mila, e da un crollo degli investimenti dimezzati e da un calo del 15 per cento dei consumi delle famiglie, mentre la povertà assoluta è cresciuta del 40 per cento.
Questo il quadro funesto, tracciato stamane dal segretario della Cgil di Palermo, Enzo Campo, nella relazione introduttiva alla conferenza di organizzazione della Cgil, in corso all’ex Deposito delle locomotive di Sant’Erasmo, in via Messina Marine, a cui hanno preso parte 277 delegati della provincia di Palermo, per decidere il nuovo assetto del sindacato. Presenti anche il segretario Cgil Sicilia Michele Pagliaro e la segretaria generale Cgil Susanna Camusso. Al centro dell’incontro di oggi, il documento elaborato dalla commissione nazionale del sindacato “Contrattare per includere, partecipare per contare – Cambia il lavoro, cambia la Cgil”, ma per Campo, la stella polare del sindacato deve essere ancora una volta l’emergenza legata al lavoro.
«Della grande crisi economica iniziata alla fine del 2007 – ha sottolineato – non si vede ancora una via d’uscita e ha prodotto effetti nefasti». Dal 2008 al 2014 si sono persi più di 811 mila di posti in Italia e 576 mila nel Mezzogiorno. In Sicilia 156 mila e nella provincia di Palermo 47 mila. «Nelle prossime settimane – ha proseguito – torneremo a incontrarci e stilare un calendario sul tema del lavoro che è assente, un lavoro ormai precario, senza tutele, esposte alla globalizzazione».
Secondo Campo, tuttavia, sono assenti delle politiche adeguate e anche il Jobs act, tanto pubblicizzato dal Governo Renzi, non ha sortito «alcun effetto, nemmeno di sostituzione». Il leader della Cgil di Palermo ha puntato il dito contro i veri responsabili di questo sfacelo: «Le nostre classi dirigenti sia politiche sia economiche sono attaccate e attardate a un sistema clientelare munifico per loro, dannoso per i cittadini. Sempre più dobbiamo esercitare la contrattazione sociale e quella territoriale – ha aggiunto – che affronti i temi importanti della casa, della sanità e della sicurezza. Ai precari dobbiamo suggerire delle soluzioni – ha concluso – dobbiamo costruire delle vertenze chiedendo ammortizzatori sociali ma, soprattutto, abbiamo il dovere di dare risposte concrete ai lavoratori».
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