Cesame, posa della prima pietra e ristrutturazione Operai riuniti in cooperativa: «Nel 2017 si ripartirà»

Una storia lunga, fatta di tenacia e difficoltà. È quella dell’azienda catanese Cesame, ex colosso dei sanitari che oggi affronta un nuovo giro di boa: quello della posa della prima pietra per i lavori di ristrutturazione della fabbrica. Inizia così l’ultima e decisiva tappa, quella che porterà gli 80 dipendenti verso il traguardo tanto ambito del lavoro. Entro dodici mesi macchinari, forni di cottura e impianti di colaggio dovrebbero tornare a funzionare trasformando il sogno in realtà. Un remake degli anni d’oro, di un’azienda che ha iniziato a produrre nel 1956 e che negli anni ’90 contava tra le sue fila 600 dipendenti esportando i suoi prodotti in 48 paesi. Numeri da capogiro che presto sono stati spazzati via da dimezzamento del personale, cassa integrazione, licenziamenti, inchieste giudiziarie e l’annunciato fallimento. Tutti elementi di un percorso che ha avuto come spartiacque la chiusura dell’azienda nel 2007

All’inizio del 2011, 80 ex lavoratori decidono di diventare soci riunendosi in una cooperativa che ha come obiettivo fare ripartire Cesame. Dalla fabbrica si passa quindi ai meandri della burocrazia, tra richieste di finanziamenti, acquisizione dei vecchi capannoni, promesse, task force per il lavoro e annunci. Anni vissuti tra speranze e sogni, come spiega a MeridioNews Sergio Magnanti che della cooperativa è il presidente: «Oggi tiriamo un grosso sospiro di sollievo al termine di un processo lungo. Abbiamo investito i nostri soldi per avere una possibilità. Si tratta di un un momento gioioso in cui torniamo a vedere la luce».

Per tornare a produrre, nello storico stabilimento da 46mila metri quadrati alla zona industriale di Catania, si dovrebbe arrivare al 2017. La tabella di marcia prevede la ristrutturazione della struttura «ferma dal dicembre 2007 e obiettivo per anni di furti e atti vandalici». Successivamente si passerà al ripristino di tutta l’impiantistica e all’istallazione degli impianti di produzione: «Si tratta dei forni di cottura, degli impianti di colaggio e di altri macchinari per tornare a regime». Lavori che rientrano in un progetto da dieci milioni di euro presentato all’assessorato regionale alle Attività produttive. La cifra per il 50 per cento prevede un finanziamento a fondo perduto da parte degli uffici regionali, il 25 per cento sarà a carico della società mentre la parte restante proviene da altri finanziamenti, come quelli concessi dalla banca Unicredit e dall’Irfis. A occuparsi della parte tecnica sarà la la società vincitrice dell’appalto, la Clp di Civita Castellana, provincia di Viterbo, azienda leader nel settore della meccanica di precisione e delle costruzioni industriali.

Per il taglio del nastro e la posa della prima pietra, oltre agli 80 lavoratori riuniti in cooperativa, hanno deciso di esserci il presidente della Regione Rosario Crocetta affiancato dall’assessora alle Attività produttive Mariella Lo Bello. Proprio a Palermo lo scorso marzo è stato sottoscritto il contratto di sviluppo settoriale. Ultima boccata d’ossigeno prima della corsa verso il traguardo finale

Dario De Luca

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