Catania non è una città a impatto zero. A dirlo è il quinto rapporto Euromobility – elaborato grazie al contributo di Assogasliquidi, Bicincittà, Consorzio Ecogas e al patrocinio del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare – che per mobilità sostenibile pone il capoluogo etneo al quarantesimo posto in Italia.
Eppure, a quanto dimostrano le abitudini dei cittadini, nell’ultimo anno l’uso di mezzi di trasporto alternativi all’automobile è aumento. Anche a Catania sono sempre di più le persone che si spostano in autobus, moto o bicicletta, soprattutto nel centro urbano. Questa zona, affollata di servizi pubblici e attività commerciali, in alcuni tratti è a traffico limitato e quindi difficilmente raggiungibile in automobile. Ecco quindi spuntare sempre più ciclisti o aspiranti tali. Molti di loro, però, circolano per le vie del Centro inconsapevoli del divieto di transito per tutti i mezzi a due ruote.
Ai divieti di transito per cicli e motocicli, posti uno dopo l’altro lungo la via Etnea, la maggior parte delle persone non hanno mai fatto caso. «Vedo passare una bicicletta ogni cinque minuti, per non parlare dei motorini… », racconta Tiziana Di Bella, edicolante di piazza Stesicoro. «Assurdo non poter circolare in bici proprio nel centro storico», afferma Giulia sulla sue mountain bike rossa davanti la villa Bellini. Come lei, il signor Luigi Catania pedala per le vie del centro quasi ogni giorno. «Passo da qui abitualmente – racconta – e nessun vigile mi ha mai detto nulla. Non avevo mai fatto caso a questi cartelli. Che mi tocca fare adesso? Scendere dalla bici e proseguire a piedi?».
La segnaletica che vieta il transito a cicli e motocicli nel centro storico di Catania sarebbe stata affissa con validità nei giorni della processione per Sant’Agata allo scopo di scongiurare il pericolo cera che due anni fa uccise Francesco Andrea Capuano, scivolato col suo scooter proprio in via Etnea. Eppure, presenti da un anno o forse più, i divieti non sono mai stati rimossi.
«I cartelli sono là non per una dimenticanza del Comune ma per una precisa scelta», chiarisce l’assessore alla Mobilità e viabilità, Alberto Pasqua. «Siccome non riusciamo ad avere dati certi sulla totale rimozione della cera dopo la festività agatina, non siamo nemmeno in grado di garantire che quei tratti di strada siano sicuri. Mi rendo conto che facciamo una brutta figura con i cittadini ma, nell’interesse della loro incolumità, abbiamo deciso di lasciare il divieti attivi anche dopo la festa». E’ passato quasi un anno però e della cera, su strada, non c’è più traccia. Sant’Agata è di nuovo vicina ma festa o non festa, in bici e moto al Centro non si può transitare. E l’idea proposta dall’assessore per ovviare al problema è semplice: «Attivare una convenzione con la facoltà di Ingengneria dell’università di Catania. Utilizzare un grip tester sull’asfalto e il basolato del centro per valutare dove applicare il divieto e dove invece rimuoverlo».
I cartelli dunque restano là e di certo, il divieto mette al sicuro il Comune da eventuali richieste di risarcimento da parte delle assicurazioni in caso di incidenti. Intanto, bici e motorini continuano tranquillamente a transitare senza che nessun vigile faccia rispettare il divieto. Del resto non c’è da stupirsi se, appena una settimana fa, il sindaco Raffaele Stancanelli ha consegnato nuovi ed ecologici mezzi – bici elettriche – alla Polizia Municipale per spostarsi tra le vie del Centro. E presto saranno in arrivo le rastrelliere per garantire l’ordine anche nei parcheggi delle due ruote nel centro che in teoria per loro è off limits.
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