Centro rifiuti Terrasini, rinviata la decisione Sindaco: «Noi continueremo a farci sentire»

Nessuna conclusione. È terminata così la terza conferenza di servizio per decidere se approvare o meno il progetto di realizzazione dell’impianto di compostaggio e stoccaggio dei rifiuti in contrada Paterna a Terrasini. Una vicenda che si trascina dal 2013, anno in cui è stato avanzato per la prima volta il progetto, e che ancora rimane sospesa, aperta. Armati di forza e buona volontà c’erano anche i cittadini, che si sono dati appuntamento davanti alla sede del Dipartimento acque e rifiuti della Regione in viale Campania. «Una vicenda dalle tinte chiaro scure», la definisce il sindaco di Terrasini Giosuè Maniaci. «Spero che anche gli altri enti capiscano che il territorio non vuole assolutamente la realizzazione di questo impianto, che si rendano contano della vocazione turistica del Comune, che è quella che deve essere mantenuta – spiega – Ho intenzione di ribadire il no della collettività e se andrà male il Comune sarà presente con ulteriori ricorsi e dimostrazioni, continueremo a farci sentire».

E lo ha fatto. Aveva spiegato già, in occasione delle prime due conferenze di servizio, le ragioni del suo dissenso. Le stesse che ieri ha nuovamente elencato: «La discussione in ogni caso si è svolta, il sindaco ha ribadito la contrarietà di Consiglio e Giunta, ma gli è stato chiesto di motivare meglio la revoca dei pareri favorevoli dei suoi uffici, alla base dell’iter di realizzazione del progetto. Revoca illegittima secondo il legale della ditta. Adesso aspettiamo la comunicazione della prossima udienza», racconta la consigliera comunale Eva Deak, presente anche lei alla conferenza. La Regione chiede delle rimodulazioni, così come anche Rfi avanza, solo adesso, delle osservazioni: «Sembra che ci siano delle prescrizioni per la ditta da rispettare, prescrizioni che non conosce nessuno – ancora la consigliera – Mentre l’Asp vuole conoscere alcuni dettagli tecnici che non gli sono chiari». Grande assente, invece, l’Arpa, che aveva chiesto infatti un rinvio della conferenza.

Tra i banchi dell’aula c’è, presente come nelle precedenti occasioni, anche Francesco Cusumano, l’amministratore delegato della ditta F.C. Edil Ambiente srl, che ha ripreso esattamente da dove si era interrotto l’ultima volta, scontrandosi con la consigliera Deak: «Ha detto davanti a tutti che io l’avrei definito “mafioso”, ma non mi sono mai permessa, così come non ho mai equiparato il progetto del centro a una discarica – insiste la donna – L’ultima volta mi aveva minacciata, questa volta ha trovato un presidente di conferenza che lo ha messo subito a tacere». L’atmosfera si era fatta incandescente e persino Giampiero Trizzino, portavoce all’Ars, è stato costretto a intervenire, per precisare che il piano rifiuti della Regione del 2012 a cui continua a fare riferimento la ditta in realtà non è mai stato approvato, non è mai entrato in vigore, quindi è inesistente. «Eh va beh», avrebbero risposto i rappresentanti della ditta. «È stata la loro risposta per tutto – prosegue Eva Deak – Anche quando abbiamo ricordato che l’iter del progetto è viziato dal principio, perché il famoso assenso è stato dato in realtà a una persona fisica, che non era nemmeno l’amministratore delegato di oggi, ma suo padre, in un’epoca in cui la ditta ancora nemmeno esisteva. Senza dimenticare che si trattava di un assenso per un sito di compostaggio, il resto è spuntato solo dopo».

Mentre la tensione sale nelle ore di dibattito, fuori dalla sede i terrasinesi attendono con pazienza un responso. «Questa amministrazione sta dimostrando di voler puntare sull’espansione turistica e naturalistica del territorio. Non viene ancora colta l’importanza enorme di un territorio che consegneremo alle generazioni future. Se non lotteremo, saremo complici di un uso strumentale e commerciale e soprattutto scellerato del territorio. Ci vorrà sempre il coraggio di continuare a dire no a tutte le porcherie che verranno successivamente», commenta, durante l’attesa, Andrea Bartolotta dell’associazione culturale Peppino Impastato.

«Nel 2013 si era creato un movimento fatto da associazioni ambientaliste che si occupavano del problema del territorio. Oggi, grazie alle numerose adesioni di altre associazioni e di semplici cittadini, questo movimento si è ampliato e contiamo di bloccare un tentativo pericoloso di aggressione al territorio – spiega l’uomo -Terrasini non ha bisogno di discariche, di compostaggio e stoccaggio di materiali non pericolosi che non basta definire tali. Terrasini ha bisogno di ampliare i livelli di differenziata, ci vorrebbe una buona isola ecologica e una migliore gestione dei rifiuti. Le discariche danneggerebbero un territorio già esiguo che non possiamo permetterci di bruciare così, il territorio comunale non lo puoi comprare al mercato, bisogna salvare quello che si ha, che a Terrasini merita di essere salvato. Continueremo a lottare fino a quando il territorio sarà minacciato, la lotta è dura ma sarà continua».

Silvia Buffa

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