Se qualcuno pensa che nel mondo della Formazione professionale siciliana ci sia un limite alla decenza, si sbaglia di grosso. In questa giungla fatta di enti riconducibili ai soliti noti, finanziamenti fantasma, bandi su misura, graduatorie discutibili, sono tanti i paradossi. Uno è sicuramente rappresentato dal caso Cefop. L’ente, come si ricorderà, è stato posto in amministrazione straordinaria.
Una mossa che doveva servire a fare ritrovare l’equilibrio finanziario all’ente, e a garantire i dipendenti. Che come tutti i loro colleghi, sono le vittime di una gestione forsennata del settore, che si tramanda da decenni e che ha raggiunto l’acme grazie al duo Centorrino-Albert (i quali hanno pensato bene di assicurare i finanziamenti agli enti amici del Pd, del Mpa e dei consulenti di Lombardo, oltre alle strane operazioni dell’assistenza tecnica tra la Sicilia e il Piemonte, invece di garantire la categoria dei lavoratori).
Ma come procede la gestione straordinaria dell’ente? Non molto bene, a quanto sembra. E anche qui, non si capisce bene di chi sia la colpa o se si tratti di un concorso di responsabilità. In ogni caso pagano i dipendenti.
I fatti. Nelle sedi del Cefop, l’atmosfera è pesantissima. Il dialogo tra dipendenti e vertici è ridotto al minimo. Non manca chi denuncia un atteggiamento che potrebbe ricordare il mobbing: della serie meno parlate, è meglio è per voi.
E cosa non dovrebbero dire i dipendenti? Mah… Certo è, per cominciare, che non sono pagati da aprile. La mancata retribuzione per un lungo periodo, oltre a gettare sul lastrico le famiglie, solitamente nelle cause di lavoro, è considerata una forma di mobbing. Lo diciamo tanto per inquadrare bene la questione.
E come mai? Sappiamo che tantissimi dipendenti sono stati richiamati al lavoro dal limbo della cassa integrazione (e anche lì non se la sono passati bene: non tutti i fondi sono arrivati). Ma, perché se non c’erano i soldi per pagarli? Qui la situazione si complica. I commissari straordinari danno la colpa alla Regione. Come dimostra una lettera inviata il 2 luglio scorso al governo siciliano in cui lamentano “l’incredibile atteggiamento della Ragioneria del Dipartimento Formazione professionale che da settimane non ha ancora provveduto ad erogare la vitale tranche del finanziamento relativo al prof 2011 (II rata di 2/12). Tale atteggiamento” scrivono i tre avvocati commissari ( Antonielli, Bendetto, Falanga) “che sembrerebbe lagato all’indisponibilità di un funzionario per ferie o malattie (sic)- pone il Cefop in una situazione di gravissima difficoltà, impedendo il suo normale funzionamento”. Non manca poi un riferimento all’Avviso 20, in cui i tre legali sottolineano che il meccanismo delle anticipazioni non è contemplato per un ente in amministrazione straordinaria e mette a rischio gli obiettivi del commissariamento stesso, tra i quali rientra la salvaguardia dei lavoratori e dei creditori.
Fin qui la vicenda è chiara e, purtroppo, non ci stupisce, considerando l’operato del sopra citato duo Centorrino-Albert.
Quello che non è chiaro è come sia stata impiegata la prima tranche di finanziamenti. Perché non sono stati pagati tutti i dipendenti? Quali criteri sono stati utilizzati per decidere chi doveva essere pagato e chi no?
In un’altra missiva, datata 17 luglio, i commissari scrivono ai dipendenti: “A causa dei ritardo accumulato per l’erogazione da parte della Regione siciliana della II rata di due dodicesimi da accrediare al Cefop, i commissari hanno provveduto al pagamento degli oneri previdenziali e fiscali. Quanto sopra soprattutto al fine di regolarizzare la situazione del DURC nell’interesse esclusivo dei lavoratari”. I commissari, infine si augurano che entro la prima decade di agosto, Regione permettendo, si possano pagare gli stipendi.
Augurio a parte resta il dubbio: come sono stati utilizzati i finanziamenti della prima tranche che servivano a pagare gli stipendi?
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