A Cefalù, dal primo luglio, potrebbe mancare l’acqua. Alla base della vicenda una diatriba che è stata oggetto anche di una sentenza del Tar alla quale Amap e Comune non danno la stessa interpretazione. L’Amap sostiene infatti che il pronunciamento del Tribunale amministrativo attribuisce al Comune la gestione del servizio e la società Presidiana, che da anni assicura la potabilizzazione dell’acqua, ha comunicato che chiuderà gli impianti. Ciò avverrà, appunto, dal primo luglio, A meno che il comune non paghi entro il 30 giugno una mega bolletta di un milione e 759.016 euro, il costo del servizio dal febbraio 2016 a maggio 2017.
Di opinione diversa è il sindaco Rosario Lapunzina, che sostiene che il Tar «non ha affatto individuato, né avrebbe potuto farlo, il comune di Cefalù quale gestore unico del servizio idrico integrato». Quindi non pagherà il conto presentato dalla società Presidiana e ha chiesto un intervento del prefetto per scongiurare l’emergenza. Neanche la prefettura però ha individuato una soluzione e ora ha chiesto all’assessorato regionale all’Energia di ‘definire gli aspetti tecnici e giuridici necessari ad assicurare la funzionalità del servizio’.
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