«Ce lo riprenderemo», avevano detto i ragazzi dell’Experia. E ci hanno provato, più o meno simbolicamente, a riprenderselo davvero. Dallo sgombero del 30 ottobre ad oggi, hanno organizzato una serie di iniziative, davanti ai locali di via Plebiscito 782, l’ultima delle quali sabato pomeriggio, alle 13. Con un finale a sorpresa: l’occupazione c’è stata davvero. Ma non, come previsto, nei locali del CPO, bensì nel vicino Bastione degli Infetti.
«Abbiamo dichiarato che oggi avremmo rioccupato l’Experia», spiega Daniele Zito, del comitato di gestione del CPO, «in quello che vuole essere un grande atto di disobbedienza civile. La nostra manifestazione è un’azione di testimonianza: due sigilli e quattro lastre di metallo non possono chiudere un percorso di socialità durato diciassette anni».
Avevano dichiarato che sabato avrebbero rioccupato l’Experia, e le forze dell’ordine non sono mancate all’appuntamento, con un grandissimo spiegamento di forze. «Dopo anni di richieste d’attenzione da parte delle istituzioni, oggi ce le troviamo davanti all’improvviso, nel peggiore dei modi: con caschi blu e pistole in fondina», commenta Francesco Mannino, del Comitato Antico Corso, associazione riconosciuta che punta ad intavolare un dialogo con il Comune, affinché dia loro l’uso dell’ex cinema Esperia, sicché loro possano poi darlo in gestione agli stessi ragazzi che, per molti anni, hanno svolto là dentro le loro attività.
Passate da poco le 14:20, gli occupanti hanno dato comunicazione alla folla, nel frattempo radunatasi sulla strada, che si sarebbe partiti in corteo di lì a poco. Diverse centinaia di persone hanno sfilato lungo via Plebiscito, passando poi per via Santa Maddalena e via di Sangiuliano fino ad arrivare in via Antico Corso. Qui, alcuni membri della Digos che precedevano il corteo hanno svoltato nuovamente in direzione di via Plebiscito, mentre i ragazzi si sono fermati di fronte a via Torre del Vescovo, alle spalle del liceo classico statale “Spedalieri”. A questo punto, alcuni brevi interventi hanno nascosto il suono dei martelli che sbattevano contro la serratura della cancellata del Bastione degli Infetti, poco distante. Alle 15:10, quel portone è stato aperto e l’occupazione è stata “ufficializzata”.
Il Bastione risale all’epoca di Carlo V ed ha un grandissimo valore storico: inaugurato per ben due volte dalla giunta Scapagnini, è rimasto inutilizzato, lasciato all’incuria e al degrado. «E’ una discarica a cielo aperto, e noi la ripuliremo e ne faremo un simbolo, un altro, di quanto il nostro operato sia utile alla città», afferma Antonio Scalia. «Questa, però, è solo la prima di tante altre occupazioni che ci vedranno riappropiarci di un quartiere abbandonato da qualunque amministrazione».
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