Cavalli, corse clandestine sull’Etna «Lo sanno tutti e nessuno fa niente»

«Era domenica mattina, saranno state le 6.30, stava albeggiando e la strada era completamente ghiacciata». Il racconto di Alfredo, il nome è di fantasia, comincia così. L’Etna è una delle sue più grandi passioni, così era stato con alcuni amici a guardare l’eruzione dei giorni scorsi. Non si aspettava di assistere anche a una corsa clandestina di cavalli sulla strada provinciale 92, che dai paesi etnei porta al rifugio Sapienza, a quota 1900 metri. «C’erano una decina di calessini, alcuni fantini portavano anche le pettorine – afferma Alfredo – Partivano dai Monti Rossi e si fermavano tra contrada Rinazzi e il bivio di San Leo, passando anche una strettissima curva a gomito e due incroci». Dietro ogni calesse in corsa, auto e motorini. «Ci saranno state, in totale, tra le 30 e le 40 persone, considerando spettatori e addetti ai lavori».

«Mica è una novità», rilancia Federico, fittizio anche questo nome. In quella zona lui ci vive, la conosce bene: «I cavalli corrono sulla sp92 tra le cinque e le sette del mattino, sempre di sabato e domenica, ma ogni tanto ci sono pure delle corse infrasettimanali». Per sapere gli appuntamenti precisi, «basta essere un po’ del giro, conoscere qualcuno che corre col cavallo, le notizie poi si spargono in fretta».

Di sicuro, «tutti lo sanno, ma nessuno fa niente, neanche le forze dell’ordine». Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza che pure percorrono le stesse strade. «Quella, è risaputo, è una pista abusiva – rincara la dose Federico – Mi capita di vedere le corse anche quando vado a funghi». La partecipazione, poi, è varia: «Ormai ho capito che dipende: se c’è una scuderia importante i muretti si riempiono di persone, ce ne sono fino a 400, pure di più». Se invece la scuderia che corre non è così nota, «gli spettatori sono una quindicina».

Un sacco di gente, che non si ferma neanche in inverno con la neve e le strade gelate. «Ogni tanto qualche corsa è stata fermata dalla polizia – ricorda l’uomo – Ma non è cambiato niente: del resto, le persone che partecipano a queste corse sono così tante che non basterebbero dieci volanti per fronteggiarle». «In certi casi – conclude – ci vuole l’esercito».

Nei mesi scorsi la stessa strada è stata teatro di altre corse clandestine. Gli stessi partecipanti hanno caricato i video delle gare su youtube. Tra i commenti compaiono anche quelli di utenti registrati come vere e proprie scuderie. Eccone una sintesi.

 

Luisa Santangelo

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