I Prefetti nel Sud tra rifiuti per le strade e Comuni sciolti per mafia

dall’ex Sindaco di Racalmuto
Salvatore Petrotto
riceviamo e volentieri pubblichiamo

La nomina a Prefetto di Agrigento di Nicola Diomede, già vice Prefetto della Città dei Templi e, recentemente, capo di gabinetto del ministro dell’Interno, Angelino Alfano, mi ha un po’ scombussolato. Sapete perché? Perché Diomede è stato il funzionario che ha condotto l’indagine ispettiva al Comune di Racalmuto che ha portato allo scioglimento, per delle presunte infiltrazioni mafiose, del Consiglio comunale del mio paese.
Diomede è stato nominato capo della terna di commissari straordinari che hanno sostituito gli organi amministrativi nel Comune di Salemi, anch’esso sciolto per mafia ed il cui sindaco era Vittorio Sgarbi.

Non è un caso che l’allora ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, abbia sciolto il Comune di Racalmuto.
Quando era ancora Prefetto, fu proprio la Cancellieri, nel 2009, per incarico dell’allora Presidente della Regione, Raffaele Lombardo, ad elaborare un piano dei rifiuti per la Sicilia che prevedeva la creazione di 4 discariche private, una delle quali, la più grande, quella di Siculiana, in mano al vice-presidente di Confindustria Sicilia, Giuseppe Catanzaro.
Ci riferiamo sempre a quel Catanzaro che ha accompagnato il Ministro Cancellieri a Racalmuto, quando ci ha notificato il decreto di scioglimento del Comune e che, da capo della lobby dei rifiuti in Sicilia, recentemente, è stato denunciato, in tutte le sedi, dall’assessore regionale competente, il magistrato in aspettativa, Nicolò Marino.
L’illegale gestione dell’intero settore che ne è scaturita grazie all’attuazione proprio del piano della Cancellieri che non prevede la raccolta differenziata e che si è basato sulla logica emergenziale che prevede l’assenza di gare d’appalto per 5 anni, ha provocato ‘buchi’ di bilancio per due miliardi di euro: ‘buchi’ che stanno pagando cittadini, imprese e Comuni, tutti quanti ridotti al fallimento!

L’illegalità ha provocato un’esorbitante lievitazione dei costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti: costi scaricati interamente sui cittadini da parte della terna dei commissari straordinari di stanza a Racalmuto; commissari peraltro confermati per altri sei mesi dall’attuale Ministro dell’Interno, l’agrigentino Angelino Alfano.
E’ stata proprio questa terna di funzionari governativi ad imporre nel paese di Sciascia, per le civili abitazioni, una tariffa annua di 7 euro e cinquanta centesimi per metro quadro. In altri termini, per un piccolo appartamento di 100 metri quadri, a Racalmuto, comprese le addizionali, si pagano oltre 800 euro l’anno.
Una scelta scellerata, ingiustificata e pazzesca, se consideriamo che Napoli, città più cara d’Italia, fino a due anni fa, per 100 metri quadri, si continua a pagare soltanto, si fa per dire, 500 euro!

Ma ritorniamo al minor ‘corno’ della fiamma antica (l’altro era Ulisse, se vi ricordate), avrebbe sostenuto il sommo poeta Dante. Nicola Diomede, come detto, un anno dopo lo scioglimento dei Comuni di Racalmuto e Salemi, diventa capo di gabinetto del ministro dell’Interno, l’agrigentino Angelino Alfano ed oggi viene nominato Prefetto della mia provincia.
Giustamente, un mio amico su facebook, Santo Trovato, mi ha fatto osservare: “Ma le provincie sono state abolite? Non mi pare! Se fossero state abolite veramente, così come disposto dalla legge Costituzionale, denominata Statuto della Regione Siciliana, in automatico sarebbero state abolite anche le Prefetture. Così come non esistono (le Prefetture) nelle Regioni italiane dove lo Statuto d’Autonomia, oltre che scritto sulla carta, è anche attuato, per esempio nel Trentino-Alto Adige”.
Approvo in pieno! A questo punto, considerata la perversa funzione che spesso espletano tali organi, sarebbe auspicabile obbligare questo nostro Stato, purtroppo però garante di tutte le illegalità che ben conosciamo ed il presidente della Regione, ad applicare lo Statuto, chiudendo le Prefetture.
Tra l’altro, i Prefetti sono in mano ad illegittimi, se non illegali, governi nazionali, figli del Porcellum, di quel sistema elettorale anticostituzionale, recentemente abrogato.

Le Prefetture in epoca fascista erano al servizio di un regime dittatoriale. Ma crediamo che poco o nulla sia cambiato da allora ad oggi. In che modo svolgono le loro funzioni i Prefetti è presto detto. Loro esercitano un capillare condizionamento, ordinando spesso dei vessatori controlli alle Forze dell’Ordine che hanno il compito di indirizzare e coordinare.
Cosicché Questori, Comandanti dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, anch’essi in qualche modo di nomina governativa, oltre che le polizie locali, ricadono tutti quanti sotto l’egida dei Prefetti ed ovviamente di chi li ha nominati, ossia il Governo nazionale; su proposta del Ministro dell’Interno, che attualmente è l’agrigentino Angelino Alfano.
Più sistema accentrato di questo ne avete mai visto in giro per il mondo! Molti pensano che Prefetti e Forze dell’Ordine siano preposti solo ad assicurare la sicurezza dei cittadini, ma dimenticano che sono i garanti della legalità in tutti i sensi, anche quelli più reconditi ed eversivi!

Così può capitare che un’intera economia, un’intera società viene costantemente monitorata, guardata a vista, onde evitare, giustamente, che si verifichino episodi di illegalità! E fin qui ci siamo.
Ma questi funzionari dello Stato, magari per fare carriera o per fare il gran salto, così come è capitato ad Anna Maria Cancellieri che da Prefetto è diventato Ministro (e che ministro!), spesso devono far cosa gradita a chi, in un qualche modo, li deve promuovere sul campo o fuori dal campo, se preferite, quando da funzionari si trasformano in politici di rango.

Ed assai sovente capita che, un Sindaco scomodo come me, può essere fatto fuori. Soprattutto se denuncia, magari anche in qualche Procura della Repubblica, due miliardi di euro di appalti illegali e truffe varie nel settore dei rifiuti, facendo tesoro di analoghe denunce pubblicate, anche nei loro siti istituzionali, da alcune autorità di controllo dello Stato, quali la Corte dei Conti, l’Antitrust o l’Autorità di Vigilanza sugli Appalti.

E’ così che si precipita nel baratro. Mentre qualche Prefetto si precipita invece ad andare in soccorso del vincitore, avrebbe detto lo scrittore Ennio Flaiano.

Nella fattispecie, io, con le mie denunce, ho perso! La Cancellieri, Alfano e, non ultimo il Prefetto di fresca nomina di Agrigento, Sua Eccellenza Nicola Diomede, hanno vinto!
‘Lo maggior corno della fiamma antica’, ci riferiamo sempre all’Ulisse dantesco, rivolto al nostro Diomede forse gli direbbe: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”.

Ma Ulisse, per sfuggire all’ira funesta nel monocolo Polifemo da lui accecato, dovette nascondersi e farsi chiamare nessuno. Si trattò di una delle sue astuzie, un inganno che gli tornò utile quando Polifemo chiamò in soccorso i suoi fratelli dicendo loro che lo aveva accecato nessuno!

Anch’io credo di essere un altro genere di ‘nessuno’ che ha osato sfidare i ciclopi dei rifiuti e dell’acqua, nonché i loro protettori, istituzionali e non. Del resto, per taluni funzionari dello Stato far piazza pulita e, soprattutto, cosa gradita ai potenti di turno è un gioco da ragazzi. Basta scarabocchiare una semplice informativa antimafia, più o meno attendibile, per far fuori intere pubbliche amministrazioni od anche una miriade di imprese sane, costrette, ingiustamente, al fallimento od a cose ancora peggiori.
Quello esercitato dalle prefetture è, a volte, un potere repressivo non sempre giustificato. Cosicché spesso diventiamo dei pubblici amministratori sgraditi al regime od anche, più semplicemente, dei cittadini perseguitati, perché osiamo ribellarci contro le stragi di legalità commesse dallo Stato, relative alla gestione dei servizi pubblici, quali quelli relativi ai rifiuti ed all’acqua.
Truffe e reati ambientali che in Campania, lo abbiamo appreso proprio ieri, coinvolgono anche l’attuale capo della Polizia, Alessandro Pansa, sotto inchiesta per le scandalose vicende relative a quando era prefetto a Napoli e commissario straordinario; nominato sempre dal Governo nazionale, per far fronte, all’eterna emergenza rifiuti.

La prossima volta, considerato che siamo sempre sommersi e/o circondati da immondezzai di ogni genere, oltre che dai debiti, in Sicilia così come in Campania, forse sarebbe meglio commissariare le nostre Regioni ed i nostri paesi mettendo a capo delle unità di crisi dei netturbini. Almeno i nostri spazzini sono abituati a fare pulizia, nel vero senso della parola: è gente del mestiere!

Tutti i Prefetti che abbiamo avuto da Napoli in giù, purtroppo, sino ad oggi hanno fallito! Ci hanno lasciato marcire ed anche morire in mezzo a cumuli di pericolosissima spazzatura e montagne debiti e se ne sono andati a fare i capi della Polizia od i ministri!
Alla faccia del caciocavallo, direbbe il mio omonimo, Antonio de Curtis, alias Totò! Ed anche alla faccia nostra!

Redazione

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