Catania sull’orlo del baratro Marcolin: «Non riusciamo a vincere»

Dopo le beffe contro Pescara e Bari, stavolta è il Catania a segnare oltre il 90°. La rete di Calaiò, tuttavia, non regala soddisfazione né alla punta né ai pochi tifosi presenti al Massimino. Contro lo Spezia, sovrastato dai rossazzurri ad inizio secondo tempo, il Catania deve accontentarsi del 2-2 dopo avere più volte sfiorato la rete del 2-0 che avrebbe potuto chiudere l’incontro. Meritata ed assaporata la vittoria, l’amarezza del pareggio dei rossazzurri è figlia del crollo fisico che porta lo Spezia a ribaltare il risultato. La rete che evita la sconfitta non migliora la classifica, già preoccupante.

Partita equilibrata nel primo tempo e ricca di colpi di scena nel secondo. Il Catania, col nuovo 3-4-1-2, chiude in crescendo la frazione antecedente l’intervallo. Lo Spezia, di contro, recrimina su due episodi in area etnea non valutati come rigore dall’arbitro. L’inizio di ripresa è bruciante. Al 3° il palo colto da Ceccarelli, ex della partita, su cross di Del Prete (all’esordio col Catania), quindi la rete che porta meritatamente in vantaggio il Catania. Calaiò rifinisce per Mazzotta, cross dalla sinistra per Maniero che, d’esterno, mette alle spalle del portiere dello Spezia. E’ il 7° del secondo tempo ed il Catania pare in controllo. Seguono tre chiare occasioni da rete. Maniero e Rosina esaltano i riflessi dell’estremo difensore bianconero, al 18°, a portiere battuto, Migliore salva sulla linea la conclusione di Escalante. Dal 23° del secondo tempo, dopo avere rischiato più volte il gol della sicurezza, il Catania crolla fisicamente.

E’ la svolta della partita. I cambi operati qualche minuto prima dal tecnico dello Spezia Bjelica, che aveva fatto entrare Kvrzic, Giannetti e cambiato modulo, ottengono i loro frutti. Sulle corsie i rossazzurri sbandano vistosamente. Sciaudone e Mazzotta mancano in copertura, Sitium da un lato e Kvrzic dall’altro fanno il bello ed il cattivo tempo. Al 27° giunge il pareggio dello Spezia su sviluppi da calcio d’angolo. Gillet fallisce l’uscita, anticipato da Datkovic che mette in rete. Il Catania, già sulle gambe, accusa il colpo anche psicologicamente. Marcolin, che stava per inserire Odjer, e scegliere un atteggiamento più difensivo, deve cambiare programmi. Entra Chrapek al posto di Escalante ma la squadra, arretrata e in sofferenza, non esce dalle corde. Giannetti va vicino al gol del vantaggio e a 1 minuto dalla fine, l’affondo di Kvrzic sulla sinistra mette a sedere tre uomini, palla al centro, serie di rimpalli, Migliore raccoglie a porta vuota e deposita in gol. Il Massimino si spazientisce, lo Spezia sente propria la partita ed in questo sbaglia. Il campo dirà altro.

Con la forza di volontà e la gamba dei pochi giocatori ancora con energia in corpo, il Catania reagisce. L’ennesima sgroppata a sinistra di Mazzotta, spinto avanti da Rosina, mette sulla testa di Calaiò il pallone che, senza gioia, l’attaccante trasforma nel 2-2. I 3’ di recupero non cambiano il risultato sebbene il Catania faccia il possibile per rendersi pericoloso in area avversaria. La squadra di Marcolin è adesso penultima in classifica, virtualmente retrocessa, non vince dal 2-0 interno sul Perugia e si appresta a giocare tre gare esterne consecutive. Inizierà col recupero della partita di Modena (rinviata per neve) previsto tra appena tre giorni. In un momento di forte difficoltà atletica, gli impegni ravvicinati non giovano, men che meno in trasferta dove i rossazzurri hanno raccolto appena 3 punti in tutta la stagione. Il nuovo preparatore atletico Neri, che raccoglie ancora gli effetti del lavoro del suo predecessore, non ha finora potuto né potrà modificare molto del metodo di lavoro almeno fino al termine del tour de force che impegnerà il Catania fino a metà Marzo.

Al termine della partita, l’allenatore del Catania Dario Marcolin commenta così la prestazione dei suoi giocatori:

«Dovevamo essere più cattivi e precisi nel concludere in gol quando avevamo la partita in mano. E commettere meno errori in difesa. Purtroppo è la terza gara di fila in cui passiamo in vantaggio ma non riusciamo a vincere. Sull’1-0 potevamo chiudere il risultato ma va dato merito al portiere dello Spezia di avere compiuto delle parate decisive. Paghiamo più gli episodi che la condizione fisica».

«La coperta è corta. Rischiamo qualcosa di più in attacco per vincere ed in difesa lasciamo qualche spazio. Ai miei giocatori ho poco da rimproverare. Essere riusciti a presentarsi spesso davanti al portiere avversario è indice di una squadra che funziona, che corre, che crede in quello che fa. La reazione alla rete del vantaggio dello Spezia è da sottolineare sia perché arriva subito sia perché la partita era quasi finita. La squadra ci ha creduto fino in fondo, non si è abbattuta. Ripartiamo da questo». 

Marco Di Mauro

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