L’appello «Non entrate» ha ottenuto indiscutibile successo. In occasione dell’incontro tra Catania e Brescia, gli spalti del Massimino sono stati alleggeriti da circa settemila assenze a fronte di poco più di cinquemila presenze. Seicento, tra ultras e tifosi, hanno partecipato alla contestazione programmata fuori dai varchi della curva nord. La forza della maggioranza ha dato consapevolezza alla protesta che, passati tre giorni da allora, da Piazza Spedini è ritornata in Piazza Dante. Laddove, sette giorni prima, aveva preso forma dal malcontento popolare.
Circa duecento, tra ultras e tifosi, i presenti martedì sera. Al centro del dibattito, i sorprendenti risultati nella protesta del sabato precedente e le decisioni da prendere in vista del prossimo appuntamento interno, la sfida di domenica 28 Dicembre al Carpi. Immutate le prerogative che avevano portato la piazza a riunirsi e decidere modi e forma della protesta, a maggioranza è stata votata la conferma della linea dura: non entrare al Massimino. Nelle prossime ore, un comunicato ufficializzerà la decisione estendendo l’appello ad ogni tifoso di ogni settore dello stadio.
«E’ un ennesimo sacrificio – dice fronte ai presenti Michele Spampinato, nota voce della curva nord – indispensabile però a ribadire, dopo la dimostrazione data sabato scorso, l’immutata gravità delle ragioni che muovono la protesta verso la società nonché la fermezza della città nel proseguire coesa questa contestazione finché non otterrà quanto richiesto perché necessario a garantire al Catania un futuro».
Riaffermata l’intenzione di non impedire a nessun tifoso l’accesso agli spalti, rispettata già sabato, Piazza Dante ritornerà domenica prossima a Piazza Spedini. Unica novità, l’intenzione di porre all’interno della curva nord uno striscione che sarà realizzato la mattina stessa della partita.
La protesta entra così nella sua fase più delicata e significativa: sostenere la sempre difficile prova della riconferma seguente un grande successo. Dalla risposta delle migliaia di tifosi rossazzurri, finora rappresentati dalla piazza, dipenderà il futuro della protesta e probabilmente anche le risposte della società, rimasta già colpita (non solo al botteghino), dal largo ed inatteso successo di sabato scorso.
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