Unastronave biancocemento sta appollaiata strategicamente alle spalle di Piazza Trento, in Catania.
La rèclame ivi apposta dice di questa singolarissima Enterprise singolarissime parole: «Vendesi appartamenti con garage». Non sapevo che gli alieni si fossero dati alledilizia, penso. Ad ogni modo, la grande astronave potrebbe essere egualmente e senza ingiuria spacciata per unimmensa torta alla panna, una di quelle torte nuziali con gli sposi in cima ad alti gradoni, felice acroterio di bei tempi a venire.
Tantè, la vecchia austera casa dei Caflisch col suo bel giardino in mezzo alla città, non cè più.
Via Musumeci, per i non Catanesi, non è centro storico. La tragedia è questa. Centro storico, così sembra, è quellunica medicina atta ad impedire una cementificazione becera e senza scrupoli. Se gli imprudenti Elvetici avessero costruito un po in là, lastronave non lavrebbe schiacciata. Le Soprintendenze, duole ammetterlo, son tanto brave a delineare confini, a mostrare lunghe liste di edifici vincolati, tonalità di intonaco permesso o vietato, nonché a dare avventati imprimatur alle invasioni aliene.
Il criterio salvifico del centro storico, avrete capito, non comprende una zona come quella in cui si trova Via Musumeci, edificata in larga parte allinizio del secolo (parlo ovviamente dei primi del 900, chè, questo di ora, forse non sarà manco un secolo ma infinite decadi) e soprattutto negli anni 30 e 40.
Tra il Viale XX Settembre e Via Gabriele dAnnunzio troverete quindi una lunga serie di austeri edifici che ospitano soprattutto uffici con per niente sobri mobili Neorinascimento (avrete capito che sono uffici davvocati e di notai), palazzi che non superano i tre-quattro piani duna volta, con comodi cortili interni (e funzionali, perdio!), e qualcheduno perfino costruito su visibilissimi banchi di lava a creare un basamento duna bellezza singolarissima e irriproducibile.
Tutto questo è Via Musumeci; in tutto questo stava la casa dei Caflisch che, notizia spero pleonastica, sono unantica famiglia di origine svizzera che, al pari dei Brodbeck o dei Caviezel, arrivati alla metà dell800 in quel che era ancora il Regno delle Due Sicilie, si inserirono molto fruttuosamente nelleconomia di una città, comera Catania allora, molto più vivace che in qualsiasi altra millantata primavera successiva (è facile trovare una primavera dentro ogni anno). Loperosa borghesia di allora era infatti paragonabile per spirito dimpresa solo a quella silenziosa laboriosità dei Piemontesi. Gozzano e Verga, ritengo, possono essere più che compiutamente portavoce delle due realtà.
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