Tocca a uno dei più positivi metterci la faccia, spiegando davanti alla stampa i motivi delle difficoltà di un gruppo trovatosi improvvisamente in mezzo alla tempesta. Andrea Mazzarani, tra i migliori di questo problematico avvio del Catania con tre gol messi a segno, ha affrontato quelli che sono i temi più caldi del momento. Dal tabù trasferta all’epurazione di Marco Biagianti, Saro Bucolo e Giovanni Marchese, passando anche per l’incontro tra squadra e ultras di ieri pomeriggio.
Quattro sconfitte consecutive fuori casa, con tredici gol al passivo, sono numeri impressionanti per una squadra che mira in alto: Mazzarani lo sa bene e parte dal confronto col Catania di Cristiano Lucarelli, autore di un rendimento record lontano dalle mura amiche. «Due anni fa avevamo modulo e pensiero di gioco differenti. Eravamo più tosti e badavamo a non prendere gol: con la difesa a cinque c’era più compattezza. Con Andrea Camplone siamo votati all’attacco: è normale subire di più, anche se ciò non toglie che dovremmo fare meglio». Questione di approccio? «Più che altro – ribatte l’atleta – si tratta di attenzione dei singoli: qualcuno è meno concentrato e, per questo, si subiscono azioni pericolose. Dobbiamo elevare l’asticella in certi momenti della gara, soprattutto in trasferta: servono più preparazione e cattiveria».
Le note positive derivano invece dall’ottimo rendimento individuale del numero 32 rossazzurro. «In questo momento va bene, ma i gol contano poco – si schernisce Mazzarani – se poi non portiamo punti a casa. Sono comunque soddisfatto, perché volevo tornare qui alla grande. Sono tornato al mio ruolo originario, ho meno compiti difensivi e di ripiegamento. Devo continuare così – ribadisce l’esterno d’attacco – cercando di dare il mio apporto di esperienza anche verso i più giovani. La strada è ancora lunga: dobbiamo cercare di essere più spavaldi e spacciati nel provare le giocate, curando meglio la fase difensiva».
Dal campo si passa, inevitabilmente, allo spogliatoio. L’allontanamento di tre colonne come Biagianti, Bucolo e Marchese ha ovviamente lasciato strascichi nel gruppo. Noi vogliamo che la situazione si risolva. Come gruppo – ricorda Mazzarani – abbiamo cercato di parlare con la società per ricucire il rapporto. Adesso dipende tutto dalle loro decisioni: noi possiamo farci poco. Si tratta, comunque, di persone e giocatori molto importanti per lo spogliatoio, non stiamo parlando di ragazzini».
Si apre, infine, il capitolo tifosi. Una delegazione di supporter dei gruppi organizzati ha affollato ieri la tribuna di Torre del Grifo, assistendo all’allenamento e parlando sia con la squadra che con Nino Pulvirenti. Il patron avrebbe dato rassicurazioni in merito alla stabilità economica della società, affermando con forza come in caso di mancata promozione tutto verrebbe messo in discussione. Mazzarani ha definito costruttivo l’incontro squadra-tifo: «Secondo me hanno toccato le corde giuste. Hanno detto che dobbiamo andare in campo indossando con fierezza questa maglia. Non ci hanno chiesto il bel gioco – ribadisce il calciatore – ma solo di metterci l’anima. I ragazzi lo hanno capito: già da domenica si vedrà un Catania migliore».
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